Uno degli indizi importanti è la grana del legno. Col passar dei secoli i pori si restringono sempre di più fino a raggiungere (a secondo dell'ambiente e delle condizioni climatiche) una compattezza ossea (nel caso di un ambiente asciutto e troppo areato).
Inoltre, per la categoria dei legni teneri (pioppo, abete, ontano, ecc.), che normalmente in passato erano usati come legni di struttura interna (salvo per mobili rustici o dipinti), per poi essere lastronati o impiallacciati con essenze di legni pregiati, accade che la perdita dell'umidità interna provoca la fragilità fino al limite della polverizzazione.
E il caso di aggiungere che il trattamento a cera vergine d'api o, spirito e gomma lacca degli arredi antichi, evidenzia una calda tonalità, derivata dal tempo, che difficilmente si ottiene con il legno non stagionato e tinteggiato per invecchiamento.
La Patina
Altra caratteristica del legno antico è la patina che non è lo strato superficiale di polvere, cere, residui carboniosi di lanterne o candele (che possiamo definire impurità), che nel corso del tempo ha formato sulle superfici più esposte una sorta di spessore scuro e facilmente asportabile, e ancor più facilmente imitabile con scopo fraudolento da un bravo artigiano.
La patina è, invece, l'invecchiamento progressivo della
tonalità spaziale del colore naturale del legno: le varie
tonalità di grigio e bruno rosato del noce, del rovere
e dell'ebano rosa, il rosato maturo del mogano, l'aranciato
rossastro del ciliegio e del faggio, il giallastro maturo del
cedro del Libano, il colore paglierino dell'ontano e del pioppo,
lo scurirsi delle venature magre dell'abete che mettono in risalto
quelle grasse.
Attrezzature di lavoro per manufatti lignei
Un altra importante indicazione è la datazione del segno
lasciato dagli strumenti usati per la lavorazione. Ad esempio
la sega elettrica che segando il legno lascia una traccia più
regolare e continua della sega a mano. Quest'ultima, infatti,
anche se precisa, è irregolare e discontinua.
L'utilizzo del tipo di sega usata può essere evidenziato
nelle parti nascoste del mobile come ad esempio nei fondi dei
cassetti masselli, i fianchi interni di tutta la struttura del
mobile, le sedie nella parte sottostante della seduta interna
centinata, etc.
Analogamente l'utilizzo della pialla meccanica è possibile
riscontrarlo vedendo il legno controluce. Infatti, è
possibile notare La presenza di avvallamenti, derivati dal ferro
lamellare, nelle parti interne del mobile e spesso anche in
quelle esterne, se non è stato carteggiato a dovere il
legno.
Le stesse considerazioni vanno fatte per il trapano elettrico.
Un’ulteriore considerazione è che l'artigiano di una volta avendo a disposizione maggior tempo realizzava un lavoro più rifinito, molto superiore a quello di oggi. Pertanto, mentre con i macchinari contemporanei si ottengono risultati più netti si ha l'impressione di un lavoro poco curato. Così si può vedere su un mobile di oggi un incastro a coda di rondine con imprecise combaciature mentre in antico si evince il contrario.
Chiodi e ferramenta per arredi rinascimentali
Passando ai materiali accessori un'indicazione può venire dal tipo di chiodi usati, per fodere, incastri, cassetti, strutture interne ed esterne, negli arredi dal 1500 al tardo 1600).Non è vero, come alcuni credono, che una volta, per congiungere le diverse parti di un mobile, si adoperassero solo piolini di legno (si evidenziava questo tipo di lavorazione nel 1700 nelle Regioni d'Italia Centrale, nel Lombardo Veneto, Toscana e Francia del nord); i chiodi erano largamente usati nei tempi antichi soprattutto nel 1500-600, ma erano fatti a mano, uno diverso dall'altro, con la testa grossa e il gambo a sezione quadrata rastremata con finale a punta (piramide capovolta).