Sono infinite le tipologie di mobili, i sistemi costitutivi, le essenze utilizzate. A ciò corrisponde una casistica pressocchè infinita di casi di usura o danneggiamento: ogni intervento di restauro ha delle specifiche particolarità ed è pertanto evidente l'impossibilità di riassumere o semplificare operazioni come quelle relative allo smontaggio, incollatura, ricostruzione o ripristino.

In questa pagina si cercherà di affrontare in modo sufficiente questa parte così importante del restauro ligneo inerente la cosiddetta "meccanica", la "statica" di un mobile e la sua funzionalità. Un felice intervento di restauro è sempre accompagnato da un'attenta osservazione e valutazione della vastità e dell'importanza del lavoro da effettuare.

Un elemento essenziale nel restauro è quello di saper "capire" il mobile con il quale si ha a che fare e le condizioni generali nelle quali si trova. La prima cosa da capire riguarda le condizioni delle ossature e delle carcasse di armadi, credenze, ecc.

Il principio generale da seguire è quello di non separare le parti se non è assolutamente necessario.

Nel caso di molti giunti completamente scollati non se ne può fare a meno, ma si deve ricordare che il fatto di distaccare parti incollate comporta sempre l'allentamento dei relativi incastri, in particolare di quelli a coda di rondine. Inoltre occorre sempre esercitare una certa violenza e ciò può procurare ulteriori danni.
In ogni caso occorre moltissimo lavoro per smontare completamente un mobile: non si tratta soltanto di disfare le parti e di incollarle di nuovo, ma anche di eliminare ogni traccia di vecchia colla.
Si è fortunati se la carcassa presenta solo scollamenti di qualche giunto. L'intervento sarà limitato soltanto all'introduzione di nuova colla calda. In altre occasioni si può presentare la necessità di scollare delle parti che risultano ancora bene incollate.

Lo scollaggio. Per procedere allo smontaggio bisogna in primo luogo smontare gli incastri. Le colle usate nei mobili antichi sono tutte di origine animale, ricavate dalla bollitura di pelli, ossa, tendini, o cartilagini. Si presentano di colore più o meno scuro e, a secco, si scheggiano facilmente. Possono essere tenaci anche dopo lungo tempo e perciò, per staccare giunti incollati, bisogna avere molta cura e pazienza. Un sistema molto valido di scollaggio consiste nel bagnare ripetutamente con acqua calda i punti incollati, cercando di far penetrare bene l'acqua calda fino ad ottenere il rammollimento dell'adesivo, che per fortuna è igroscopico, sensibile al calore e quindi reversibile. Altro metodo usato è quello che utilizza la pistola termica, una specie di phon - ma molto più potente di questo, che genera aria molto calda in grado di sciogliere la colla animale. E' necessario utilizzare questo strumento con molta attenzione, perchè è in grado molto velocemente di produrre bruciature sul legno e pertanto occorre muovere continuamente la pistola e il suo getto d'aria.

La rimozione di chiodi o viti. Non sempre l'estrazione di vecchi chiodi e viti è operazione semplice perché col passare del tempo si può essere prodotta ruggine che gonfiandosi ha fatto corpo unico col legno. Per estrarre i chiodi con la tenaglia o con il "cava-viti" è necessario interporre una tavoletta di scarto per evitare che vengano prodotte ammaccature nell'area circostante. Per quanto riguarda l'estrazione di vecchie viti questa può essere effettuata utilizzando punte da trapano cosiddette a tazza che consentono successivamente l'uso di tenaglie. E' buona norma conservare e recuperare tutta la viteria e i chiodi forgiati dell'epoca, che in fase di rimontaggio del mobile dovranno essere riutilizzati. Chiodi e viti mancanti possono essere sostituiti da altri provenienti da pezzi demoliti e conservati. Quando si devono forzatamente rimuovere chiodi che non si riesce a intercettare con tenaglie, può risultare indispensabile segarli (sempre che sia possibile). Per fare questo si prende una lama di una sega da ferro e la si usa senza montarla sul proprio archetto. Si cerca di farsi spazio fra i due elementi inchiodati separandoli leggermente con uno scalpello quanto pùò essere necessario a far passare la lama della sega. A questo punto la si impugna con un guanto da lavoro o la si avvolge con uno staccio e e sega il chiodo,

Infine quando è inevitabile smontare parti di un mobile, dopo aver esaminato il sistema costitutivo, è opportuno contrassegnare le parti per rimontarle al posto giusto senza rischi di sbagliare e capire l'ordine con cui le parti vengono separate. E' infatti del tutto possibile che una sezione non si possa distaccare finche non se ne sia tolta un'altra. Questo oggi può essere facilitato anche dall'uso di macchine fotografiche digitali.

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