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L'età vittoriana, che coincide col regno di Vittoria, regina d'Inghilterra (1837-1901), vide una vastissima produzione di mobili in uno stile eclettico che combinava elementi di epoche precedenti, adattandoli in combinazioni stupefacenti.
Una produzione tanto vasta fu resa possibile a partire dal quinto decennio del secolo XIX dalla fabbricazione meccanica: l'introduzione di presse meccaniche e di macchinari per tagliare le impiallacciature rendeva possibile la rapida e poco costosa, anche se non sempre artistica, creazione di mobili. Inoltre i miglioramenti dei trasporti resero disponibili ovunque e in gran quantità i legni esotici più pregiati: mogano, palissandro, tek ed ebano.
L'intaglio era diffuso: i mobili vittoriani in quercia intagliata della fine del secolo XIX e dell'inizio del XX sono ora richiesti dai collezionisti, anche se erano ritenuti semplici e di poco valore all'epoca della loro creazione.
Lo stile si ispirava a epoche precedenti: il gotico vittoriano imitava i mobili da chiesa del secolo XIV, mentre il revival rinascimentale subì l'influenza italiana.
La fioritura finale dell'epoca vittoriana fu nello stile Art Nuveau, derivato dal Rococò e legato al movimento Arts and Crafts. Tipiche di questo stile furono le linee sinuose e i forti contrasti di luce e ombra, come nei mobili creati dall'architetto Hector Guimard.
Malgrado i recuperi eclettici del passato, il secolo XIX è segnato da importanti progressi tecnici. L'americano John Belterr creò i mobili laminati in legno intorno al 1845; nel 1841 il viennese Michael Thonet brevettò il procedimento per incurvare il legno.
Le nuove tecniche ebbero grande influenza sulla successiva produzione di mobili.