Affresco

Procedimento di pittura murale che usa dei colori su un intonaco di malta fresca. Da qui il nome di affresco. Su un primo strato di malta steso sulla muratura, detto arricciato o arriccio (composto da una parte di calce spenta e due sabbia di fiume), si traccia, quando è asciutto, il disegno preparatorio della composizione. Nel Trecento e nel Quattrocento il disegno era tracciato direttamente a monocromo sull'arriccio (sinopia); dalla fine del Quattrocento si preferì l'uso del cartone, il cui disegno veniva riportato a spolvero sull'intonaco. Sull'arriccio si stende poi una malta più fine di sabbia silicea, calce spenta e talora polvere di marmo impastata con acqua pura, detta intonaco. Poiché l'affresco deve essere eseguito sull'intonaco ancora umido, questo viene preparato soltanto su quella parte di superficie che si presume verrà dipinta in un giorno ("giornate"). Tecnica dell'affresco: i pigmenti usati, che non contengono alcun fissativo, sono mescolati al latte di calce. Una volta stesi sulla malta, i colori s'incorporano ad essa. A causa di motivi climatici, l'affresco si deteriora assai più nelle regioni nordiche, fredde e umide. Anche per questo, il centro di fioritura dell'affresco fu l'Italia, dove già nei tempi antichi gli etruschi (ipogei), i romani (Pompei) ed i cristiani (catacombe) ne avevano lasciato preziose testimonianze. Senza che la pratica ne venisse mai del tutto interrotta, essa riprese con estremo vigore sul finire del Duecento e dal Trecento in poi attinse a risultati eccezionali. Si dedicarono all'affresco recandolo alle sue massime altezze estetiche Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Michelangelo, Raffaello, Paolo Veronese, Pietro da Cortona, Tiepolo, ecc. Affreschi celebri: il soffitto della Cappella Sistina e il Giudizio Universale di Michelangelo a Roma. La preparazione del muro avviene stendendovi un primo strato scabro, di calce spenta e sabbia impastate con acqua, detto arriccio, su cui viene fatto aderire un secondo strato liscio, composto di calce spenta, sabbia fine e, sovente, polvere di marmo detto tonachino o intonaco e destinato a ricevere il colore. Sotto gli affreschi si trovano le sinopie, disegni preparatori di completamento della prima traccia a carboncino, realizzati sull'arriccio con una terra rossa proveniente da Sinope, sul Mar Nero; vengono così più agevolmente delimitati gli spazi da coprire, in un secondo tempo, con il tonachino, onde poter organizzare le cosiddette "giornate", corrispondenti alle parti di pittura da effettuarsi giorno per giorno. Un'altra tecnica prevede la sostituzione della sinopia con il cartone, costituito da più fogli di carta incollati tra loro con il disegno a grandezza reale dell'affresco da eseguire: ciò permette un maggior controllo della composizione e quindi un maggior rigore prospettico. Il cartone si applica intero o tagliato in più parti, sull'intonaco fresco ed il pittore riporta il disegno sulla parete da dipingere con il metodo dello spolvero,
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