Con lo stile Reggenza si definisce
il periodo della storia del mobile francese che segna il trapasso
dallo stile Luigi XIV a quello Luigi XV e che grosso modo va dall'inizio
del secolo fino al 1730. Classico stile di passaggio, manca di
una fisionomia facilmente individuabile: curve e controcurve vanno
perfettamente d'accordo con angoli e linee rette, la stilizzazione
delle decorazioni fa un costante riferimento alla natura.
In Inghilterra questo stile assume delle caratteristiche tipiche
sviluppandosi nello stile Queen Anne: la bellezza dei mobili
viene affidata soprattutto alla loro forma strutturale ed alla
qualità della venatura del legno di noce, utilizzato per
l'impiallacciatura, che li ricopre interamente. L'intarsio viene
realizzato con strisce di legno con le venature disposte nel senso
della larghezza, al fine di delimitare le zone impiallacciate.
Comodità e decorazione discreta contraddistinguono lo stile
Queen Anne, che tuttavia si esaurisce in brevissimo tempo.
A partire dal 1740 si diffonde in tutta Europa il gusto rococò,
vero trionfo della fantasia e dell'assoluta libertà espressiva,
che, in alcuni casi, si traduce in veri e propri stili nazionali.
È quanto avviene in Francia con lo stile Luigi XV
che presenta precise caratteristiche formali: disimmetria, deformazione,
movimento e naturalismo. È in questo periodo che si realizza
una grande quantità di mobili, spesso legati ad una sola
funzione e di piccole dimensioni. Si viene così a sviluppare
una tipologia molto ampia.
Perfetta sintesi di forma e decorazione, lo stile Luigi XV
affida al disegno anche la scelta dei legni che vengono tagliati
e accostati in modo da esaltare, con giochi cromatici ed effetti
di chiaroscuro, lo schema compositivo. Diventano di gran moda
i pannelli lastronati, radicali e laccati, variamente colorati.
Prevalgono le linee tortuose.
La tecnica utilizza gli stessi arnesi del secolo precedente anche
se gli strumenti da intaglio diventano più numerosi e dotati
di lame più sottili e affilate per realizzare rilievi più
decisi e netti. Si comincia ad usare lo stucco per riempire le
giunte e la lucidatura viene fatta con gommalacca con un procedimento
lungo e complesso, che viene alla fine completato con l'inceratura
con cera d'api. Si sviluppa la tendenza a nascondere gli aspetti
costruttivi; i chiodi, a testa rettangolare, sono forgiati in
varie misure per adattarsi alle varie parti del mobile; gli incastri
sono generalmente a coda di rondine; lo spessore dei legni si
assottiglia.
Le poltrone hanno le gambe ricurve, perdono le traverse e le imbottiture,
diventano molto comode. Assai diffusi sono gli intagli floreali,
le borchie e le serrature hanno linee floreali e asimmetriche.
Il mobile contenitore più importante in questo periodo
è costituito dal cassettone che può assumere
la forma di tre cassetti sovrapposti e con gambe corte oppure
con due o quattro cassetti disposti su due file e con gambe lunghe.
Una variante è costituita dalla cantoniera. Gli scrittoi
hanno una larga diffusione, in particolare quelli del tipo a ribaltina.
In questo periodo in cui il mobile assume delle funzioni specifiche
nascono pezzi d'arredamento assolutamente nuovi come la toilette
ed il tavolo da gioco. La toilette ha l'aspetto
di una piccola scrivania con finti cassetti e l'accesso agli scomparti
per i cosmetici avviene dall'alto tramite tre anime, quella centrale
è costituita da uno specchio incernierato che può
assumere varie posizioni. Il tavolo da gioco, simile per
forma e decorazione alla console, si sviluppa in vari modelli
(incernierati, a fisarmonica, a telescopio e a cassetto) per assolvere
al meglio la funzione cui è destinato.
In Inghilterra tra il 1760 e il 1790 si sviluppa lo stile Chippendale,
che riassume diverse linee di tendenza artistica sovrapponendo
elementi di rococò, gotici e cinesi. Caratteristica comune
dei mobili Chippendale è l'uso del mogano che viene importato
da Cuba e decorato con fini intarsi, motivi di urne, grappoli
di bacche, teste leonine.
In Italia il Rococò, detto anche barocchetto,
si afferma in ritardo e si ispira decisamente al Luigi XV. Grande
fortuna, in particolare a Venezia, conosce il mobile laccato:
il colore, a tempera, viene steso su una preparazione in gesso
e fissato con la sandracca, una resina trasparente che col tempo
si ossida assumendo una tonalità giallastra. Si afferma
anche il nero di Cina, una varietà di laccatura d'ispirazione
orientale, realizzata anche nei toni del rosso, che propone temi
e soggetti esotici nei motivi decorativi.
Dopo un breve periodo, detto di Transizione, che ripropone
modelli decorativi nuovi pur senza abbandonare completamente le
forme del periodo precedente, nell'ultimo trentennio del Settecento
si risveglia l'interesse per l'arte classica greca e romana. Si
va così affermando in tutta Europa lo stile Neoclassico
che in Francia assume le forme dello stile Luigi XVI: prevalenza
della linea retta, minori elementi decorativi, pannelli laccati
normalmente neri e dorati, impiallacciature lisce e ricorso al
bianco ne costituiscono i caratteri distintivi. Insomma acquista
grande importanza il richiamo all'antichità classica come
fonte di ispirazione nella ricerca di armonia e proporzioni.
Per ornare le superfici dei mobili si fa largo ricorso alla lastronatura
ed alla tecnica dell'intarsio, componendo dei minuziosi mosaici
in cui le tessere sono disposte all'interno del disegno con venatura
diversa in modo da creare giochi di luce ed effetti di chiaroscuro.
Si utilizza di conseguenza una grande varietà di legni
(fino a cento qualità diverse) ed i valori pittorici creati
sono esaltati dalla lucidatura a spirito, una soluzione di gommalacca
in alcool che viene passata con un tampone fino a dieci mani successive,
in modo da ottenere una lucidatura quasi a specchio.
Gli spessori dei legni, sia per la struttura che per i lastroni,
diventano sempre più ridotti; gli elementi del mobile sono
uniti con chiodi lunghi e sottili e con incastri, la tenuta viene
assicurata dall'uso di una colla molto resistente. Molta cura
nella lavorazione viene dedicata alla levigatura per la quale
ora si può disporre della carta vetrata (nuovo strumento
abrasivo ottenuto facendo aderire, tramite collante, delle sabbie
di grana diversa su fogli di cartoncino). Per la ferramenta cominciano
ad apparire le prime serrature incassate.
Sotto l'influsso inglese diventano di moda le impiallacciature
in mogano che vanno a sostituire in molti mobili gli intarsi più
minuti e fantasiosi. Le gambe dei mobili riassumono le forme diritte,
sottolineate da scanalature o spirali ascendenti, vengono applicati
bronzi dorati in liste o rettangoli.
Il mobile più interessante del periodo è il secrétaire,
dotato di vari cassetti, antine, ripostigli segreti e un calatoio
che viene utilizzato per scrivere. Il letto neoclassico (che ha
ormai assunto in larga misura la forma matrimoniale) ha in genere
due spalliere, testa e piedi, di uguale altezza, decorate con
cartelle traforate oppure imbottite con una cornice squadrata.
Dal punto di vista tecnico si cominciano ad utilizzare per le
connessioni le viti da letto: si tratta di viti che hanno sulla
testa cilindrica dei buchi sfalsati nei quali inserire un ferro
per farle girare.
Sul finire del secolo si sviluppa lo stile Direttorio che
si ricollega ad un classicismo più accademico e più
teatrale.
In Italia il neoclassicismo si avvicina di più allo stile
dell'età imperiale che a quello greco-romano e si distingue
per una grandiosità senza troppi fronzoli. A Firenze si
comincia ad usare la scagliola (una pasta di marmo) come materiale
più economico per i ripiani dei tavoli; a Milano Giuseppe
Maggiolini, il più famoso autore italiano di mobili intarsiati,
applica alle sue creazioni, di un delicato e misurato classicismo
e rigorosamente rettangolari, una impiallacciatura accuratissima.
In Italia i mobili in stile neoclassico saranno prodotti fino
all'Ottocento inoltrato.
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- Ultima modifica: 17 Agosto 2015 17 Agosto 2015
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