A |
|
A fresco
La pittura a fresco, più comunemente definita "affresco", è così chiamata perché
viene eseguita su un intonaco di malta (sabbia e calce) fresca, cioè
sufficientemente saturo d'acqua. I colori sono costituiti da pigmenti che non
contengono alcun fissativo ma vengono mescolati al latte di calce e una volta
stesi sulla malta, si incorporano strettamente con il loro supporto di cemento.
(Vedi anche Affresco)
A secco
Pittura murale, dipinto eseguito su un muro preparato con un impasto, meno
assorbente dell'intonaco dell'affresco, in cui il colore non penetra e rimane
brillante. A secco sono anche i ritocchi o le correzioni che il pittore aggiunge
in un secondo momento sull'affresco.
Abattant
Termine francese che indica, nella parte frontale di uno stipo o di una
scrivana, un'anta incerneriata in modo da aprirsi ribaltandosi in avanti.
Corrisponde all'italiano ribalta o piano calatoio.
Acanto
Elemento decorativo costituito da volute vegetali stilizzate, ispirate alla forma frastagliata dell'omonima pianta erbacea. Nell'antichità classica la foglia d'acanto è un elemento costitutivo del capitello della colonna corinzia. Dal Rinascimento in poi il motivo è usato nella decorazione di oggetti e soprattutto nell'intaglio del mobile in diverse forme.
Accecare una vite
Eseguire un foro in cui penetra la testa della vite, che così scompare dalla
superficie e può essere nascosta stuccando il foro.
Affresco
Procedimento di pittura murale che usa dei colori su un intonaco di malta
fresca. Da qui il nome di affresco. Su un primo strato di malta steso sulla
muratura, detto arricciato o arriccio (composto da una parte di calce spenta e
due sabbia di fiume), si traccia, quando è asciutto, il disegno preparatorio
della composizione. Nel Trecento e nel Quattrocento il disegno era tracciato
direttamente a monocromo sull'arriccio (sinopia); dalla fine del Quattrocento si
preferì l'uso del cartone, il cui disegno veniva riportato a spolvero
sull'intonaco. Sull'arriccio si stende poi una malta più fine di sabbia silicea,
calce spenta e talora polvere di marmo impastata con acqua pura, detta intonaco.
Poiché l'affresco deve essere eseguito sull'intonaco ancora umido, questo viene
preparato soltanto su quella parte di superficie che si presume verrà dipinta in
un giorno ("giornate"). Tecnica dell'affresco: i pigmenti usati, che non
contengono alcun fissativo, sono mescolati al latte di calce. Una volta stesi
sulla malta, i colori s'incorporano ad essa. A causa di motivi climatici,
l'affresco si deteriora assai più nelle regioni nordiche, fredde e umide. Anche
per questo, il centro di fioritura dell'affresco fu l'Italia, dove già nei tempi
antichi gli etruschi (ipogei), i romani (Pompei) ed i cristiani (catacombe) ne
avevano lasciato preziose testimonianze. Senza che la pratica ne venisse mai del
tutto interrotta, essa riprese con estremo vigore sul finire del Duecento e dal
Trecento in poi attinse a risultati eccezionali. Si dedicarono all'affresco
recandolo alle sue massime altezze estetiche Giotto, Masaccio, Piero della
Francesca, Michelangelo, Raffaello, Paolo Veronese, Pietro da Cortona, Tiepolo,
ecc. Affreschi celebri: il soffitto della Cappella Sistina e il Giudizio
Universale di Michelangelo a Roma. La preparazione del muro avviene stendendovi
un primo strato scabro, di calce spenta e sabbia impastate con acqua, detto
arriccio, su cui viene fatto aderire un secondo strato liscio, composto di calce
spenta, sabbia fine e, sovente, polvere di marmo detto tonachino o intonaco e
destinato a ricevere il colore. Sotto gli affreschi si trovano le sinopie,
disegni preparatori di completamento della prima traccia a carboncino,
realizzati sull'arriccio con una terra rossa proveniente da Sinope, sul Mar
Nero; vengono così più agevolmente delimitati gli spazi da coprire, in un
secondo tempo, con il tonachino, onde poter organizzare le cosiddette
"giornate", corrispondenti alle parti di pittura da effettuarsi giorno per
giorno. Un'altra tecnica prevede la sostituzione della sinopia con il cartone,
costituito da più fogli di carta incollati tra loro con il disegno a grandezza
reale dell'affresco da eseguire: ciò permette un maggior controllo della
composizione e quindi un maggior rigore prospettico. Il cartone si applica
intero o tagliato in più parti, sull'intonaco fresco ed il pittore riporta il
disegno sulla parete da dipingere con il metodo dello spolvero, cioè il
passaggio di polvere fine di carbone attraverso forellini praticati con un ago
lungo i contorni, oppure con il metodo del ricalco con un ferro dei contorni
stessi. La tecnica del vero a. presuppone una rapidità d'esecuzione che non
consente pentimenti; eventuali correzioni possono soltanto venire effettuate a
secco e non fanno perciò corpo con la pittura precedentemente stesa a fresco.
Agata
Pietra dura, varietà del calcedonio, striata in vari colori (grigio, verde,
rosso, azzurro). Modellata in una sorta di punta lunga e arrotondata, di varie
forme e misure; anticamente veniva inserita all'estremità di un manico e
utilizzata allo scopo di lucidare le superfici dei mobili. In particolaè usata
nella tecnica della doratura in fase di brunitura della foglia d'oro.
E' la parte del tronco appena sotto la corteccia. È la zona più tenera la cui funzione principale è la conduzione di sali minerali solubili dalle radici alle foglie. È composto di fibre grosse, ricche di linfa. E' formato da cellule vive e costituiscono l'apparato circolatorio della pianta. Con il passare degli anni si trasforma in durame.
Alcantara Tipo di tessuto che imita la consistenza e la morbidezza del camoscio, usato per confezionare abiti, rivestire divani, poltrone, cuscini e simili
Derivato dallo spagnolo alcoba (docu-mentato fin dal 1202 su etimologia araba, perindicare "volta, cupola" e anche "stanzino adiacente a una sala"), il termine, ripreso nel '700,indica il piccolo padiglione destinato al riposo, equindi fornito di letto, e separato in un angolodella stanza da un arco, un'architrave o una balaustra, in legno o in ferro battuto, spesso delimi-tato per mezzo di tende e cortinaggi.
Allicciatura
Operazione consistente nella piegatura dei denti di una sega, alternativamente a
destra e a sinistra, per ottenere un taglio più largo in cui la sega scorra
senza attrito rilevante.
Alzata: la parte superiore di un mobile a due corpi, o più specificatamente del trumò e di alcune credenze, generalmente con ante pannellate o a specchio, e terminati con una cimasa variamente decorata e lavorata.
Il procedimento consiste nella stesura sulla superficie lignea di strati sottilissimi di un misto di gesso di Bologna e colla di coniglio, sino a formare una superficie compatta di alcuni millimetri di spessore sulla quale si può successivamente colorare a tempera oppure, previa applicazione di bolo armeno dorare a foglia. Nel caso di laccature dopo la stesura della tempera si procede con l'applicazione di una vernice a base di sandracca diluita in alcool etilico a 99°, filtrata ed addizionata a trementina veneta (non essenza di trementina) per evitare successivi sfarinamenti della sandracca nel tempo. Non si usa se non per ottenere effetti coloristici particolari, la gommalacca poiché altera il tono della tempera. L'ammanitura si esegue mediante l'applicazione di un primo strato di colla di coniglio molto diluita, e di successivi strati caldi di gesso di Bologna miscelato a colla di coniglio (operazione da eseguire con delicatezza senza mescolare se non dopo tempo per evitare la formazione di bolle d'aria). Tra uno strato e l'altro si carteggia in modo da eliminare qualsiasi imperfezione ed alla fine con raschietti da gesso si ravvivano spigoli e motivi ornamentali. Nel sito, con riferimento alla doratura, trovi corrette ed esaurienti indicazioni sulla preparazione del gesso e la sua applicazione. E' un lavoro affascinante, sia per la doratura sia per la laccatura che io adoro: laccherei qualsiasi cosa.
Anca
La parte raccorciata di un tenone, che rinforza l'unione in corrispondenza
dell'angolo.
si formano nel tronco dall'alternarsi della crescita del legno primaverile e di quello autunnale.
Angaletto
Con l'espressione ad angaletto si designa, nei mobili, il taglio o la giunzione
dei pezzi a 45° gradi.
Angoliera
Mobile di forma angolare, chiamato anche cantonale o cantoniera, destinato a
occupare un angolo. Può essere di dimensioni e tipologie differenti - con
scaffali a vista, a una o due ante, con sportelli in legno o in vetro - e
collocata anche a coppie o, più raramente, in quattro esemplari. Le angoliere
ebbero particolare successo in Francia (ove erano dette encoignures) nel XVIII°
secolo, in accordo con il gusto dell'epoca che, smussando od occultando gli
angoli, voleva creare ambienti graziosi e accoglienti.
Anta
Sportello di mobili a battenti come credenze o armadi, la cui conformazione e
decorazione - dipinta, intarsiata o intagliata - ha seguito gli stili in voga
nelle varie epoche. Il termine viene inoltre impiegato per indicare le imposte
delle finestre, gli stipiti delle porte o gli sportelli dei polittici.
L'arca è un mobile antichissimo ma le sue origini si confondono con quelle del Cassone, con il quale talvolta non vi sono differenze. Il termine à rca, di origine latina, deriva dal verbo à rceo contenere, che a sua volta deriva dal greco à rkos, riparo. I romani, infatti, chiamavano arca non solo qualsiasi tipo di cassa pubblica o forziere privato ma anche la celletta che serviva come carcere domestico per gli schiavi. Con l'avvento del Medioevo, l'arca divenne una cassa di legno rettangolare, senza gambe e provvista di un coperchio in alto. Generalmente utilizzata come contenitore di vesti, denaro, biancheria ed altri oggetti domestici. Poteva anche servire da sedile. o cassapanca per riporre la biancheria o anche il grano, sia come scrigno o forziere per custodire il denaro e gli oggetti preziosi. Alcune arche medievali si presentavano particolarmente pregiate per la qualità dei materiali con i quali erano realizzate e per la bellezza e la ricchezza degli intagli. Con la fine del Medioevo l'arca cadde quasi completamente in disuso, rimanendo però nell'arredamento rustico di alcune regioni italiane e specialmente della Sardegna. Nell'antichità l'arca poteva anche essere adibita ad usi sacri come contenitore di reliquie nelle chiese e nelle necropoli. Questa variante del mobile, di aspetto decisamente monumentale, era realizzata in marmo o in pietra e decorata con sculture ad alto o a basso rilievo.
Termine francese, già presente alla fine del XII secolo per indicare l'armadio. Nel '400 la parola viene attribuita a un mobile chiuso da una grande anta con quattro esili colonne che ne costituivano la parte centrale; talvolta è riferita però anche a un tipo di credenza e a uno scrittoio ribaltabile (secretaire en armoire} che, una volta chiusi, assomigliavano a un armadio. Con la sua diffusione negli arredi cinquecenteschi, {'armoire assume definitivamente la configurazione tipologica tradizionale, con due ante, lesene, frontone decorato ed eventuale aggiunta di altri elementi architettonici
Art dé co
Termine riferito a vari aspetti artistici e culturali sviluppatisi in Francia
negli anni Venti, culminati nel 1925 con l'Exposition Internationale des Arts Dé
coratifs et Industriels Modernes di Parigi. Dal punto di vista formale, lo stile
"dé co" eredita alcune caratteristiche dall'Art Nouveau, soprattutto dallo
Jugendstil viennese, accentuandole nella direzione di un decorativismo di tipo
geometrico. Oltre che alle arti figurative (emblematici del periodo sono i
quadri della pittrice Tamara de Lempicka), il termine "dé co" è riferibile alla
moda (le creazioni dei sarti Poiret, Patou, e Chanel), allo spettacolo (i
costumi per Josephine Baker e i Ballets Russes), al design industriale (le
automobili Bugatti) e a tutte le manifestazioni del tempo che si proponevano di
diffondere un'immagine legata ai concetti di eleganza e modernità . Nel campo
delle arti applicate, sull'esempio della Wiener Werkstatte, l'Art Dé costringe
maggiormente i rapporti tra il mondo artistico e quello industriale.
Particolarmente interessanti sono le legature in pelle, metallo e madreperla
realizzate da alcuni artigiani francesi del libro e i manifesti pubblicitari di
Cassandre.
Art nouveau
Vasto movimento artistico nato in Belgio nell'ultimo decennio dell'Ottocento e
diffusosi rapidamente in tutta Europa anche con nomi diversi, quali Modern Style
in Inghilterra, Jugendstil in Germania e in Austria, modernismo in Spagna. In
Italia, per il prevalere di diffuse ornamentazioni vegetali, è conosciuto come
"stile floreale" o, più frequentemente, "stile liberty", dal nome di Arthur
Lesenby Liberty (1843-1917), proprietario della ditta inglese Liberty & C., che
dal 1875 diffonde gioielli, tessuti, parati, mobili, decorati con motivi
floreali stilizzati e con composizioni dal segno ondulato e sinuoso. L'Art
Nouveau, nata in contrapposizione allo storicismo ottocentesco e alla quale non
sono estranee influenze di movimenti innovatori come quello delle Arts and
Crafts e dei pittori preraffaeliti, nonché di modelli orientali (soprattutto
giapponesi) e di segni elaborati di origine esoterica, trova il suo movimento
più alto nelle esposizioni di Parigi del 1900 e di Torino del 1902. Sono
soprattutto i campi dell'architettura e della scultura, nonché quelli di tutte
le arti decorative, ad essere fortemente influenzati per circa vent'anni da
questo stile.
Arte povera
Tipo di decorazione di mobili largamente in uso a Venezia nel Settecento a
imitazione della più raffinata e costosa lacca orientale. Le figure, i paesaggi
e i vari motivi ornamentali, anzichè essere dipinti direttamente su legno,
venivano ritagliati da stampe e incisioni e applicati alla parte da decorare con
una colla forte. Si procedeva quindi alla loro colorazione e alla stesura di
diversi strati di una vernice trasparente, la sandracca, che conferiva
omogeneità e brillantezza alla superficie, mascherando in tal modo lo spessore
della carta.
Arti maggiori
Secondo una definizione ottocentesca: architettura, pittura e scultura.
Arti minori
Secondo una definizione ottocentesca: tutte le forme di artigianato e di arte
decorativa.
Arcibanco
Tipo di mobile, di fattura solitamente massiccia, costituito da un cassone
(arca) che funge da sedile (banco) per piu' persone, da due braccioli e da un
alto schienale spesso intagliato o intarsiato. Largamente in uso nell'Italia
settentrionale durante il Medioevo e il Rinascimento, veniva spesso posto nelle
camere da letto e utilizzato come contenitore di oggetti di vario genere. Entrò
in crisi verso la fine del XVI secolo, quando cominciò a essere sostituito
dall'armadio.
Artiglio e Palla
Forma del piede della gamba cabriole sagomata a mo di artiglio che afferra una sfera. La tipologia che sostituisce il piede a zoccolo e a mazza caratteristico del periodo Queen Anne in Inghilterra, si diffonde a partire dagli anni 1720 nel primo periodo giorgiano fino ai primi due terzi del secolo, insieme all'altro motivo a zampa di leone.
Asso di coppe
Motivo decorativo a profilo curvilineo, panciuto in basso e strozzato nella
parte superiore, secondo il quale venivano spesso sagomate nel XVI secolo,
soprattutto in Toscana, le assi che sostituivano talvolta le comuni gambe dei
tavoli o degli sgabelli. Il medesimo disegno compare di frequente nell'arte
figurativa rinascimentale e ancora durante il Seicento.torna all'indice
Assorbimento
Azione e tempo di penetrazione del materiale di uno strato, o di un colore
steso a fresco, nello strato sottostante
Assorbimento d'acqua
Proprietà misurabile con la quantità di acqua assorbita durante prescritte
condizioni di tempo, temperatura, dimensioni dei provini e profondità di
immersione in acqua.
Athè nienne
Tavolino composto da un piano rotondo o poligonale in marmo o in legno,
sostenuto da un tripode alto e slanciato. Le gambe - in bronzo, ferro o legno -
possono essere conformate nella parte superiore a testa di sfinge o di leone e,
in quella inferiore, a zoccolo o ad artiglio. Fu ideato come bruciaprofumi da
J.-H.Eberts nel 1773, su modello classico, ma venne usato anche per sostenere un
catino lavamano, un portavasi o un candelabro.
B |
|
Bacellatura: motivo decorativo usato nell’arte della lavorazione del legno, generalmente applicato al basamento, composto di baccelli (dal latino bàcolum o bastoncello) in altorilievo, inseriti in un intaglio che richiama la forma di ovulo.
Balaustra
Elemento architettonico-decorativo, a forma di colonnina o pilastrino, inserito
tra due elementi orizzontali (basamento e trabeazione). Solitamente hanno
sostegni a balaustro tavoli e sedili tardorinascimentali. La successione di
balaustri è la balaustrata.
Metodo per cuocere, riscaldare o sciogliere una
sostanza a temperatura costante senza porla a diretto contatto con il fuoco. Si
inserisce un recipiente in cui vi è la sostanza da riscaldare in un altro più
grande riempito d'acqua fino a metà circa, posto questo sulla fiamma. In questo
modo non si oltrepassa mai la
temperatura di 100 gradi.
Balaustro: sostegno a forma di bassa colonna circolare, più largo alla base, caratteristico nelle gambe dei tavoli, sedie e letti in stile Luigi XIII, dopo l’introduzione della lavorazione al tornio.
Sovrastruttura in legno intagliato, fissata al soffitto o nella parte alta della parete, o sorretta da quattro o più montanti, spesso ornata di stoffe e cortinaggi, con funzioni di prestigio (come simbolo della dignità del trono) e come protezione del letto. Oltre agli esemplari più monumentali, diffusi soprattutto nello stile Impero,c'è un tipo di baldacchino di dimensioni ridotte popolare fra il tardo XVII e il tardo XVIII sec.la cui struttura si aggancia a sostegni posti al di sopra della testiera del letto, senza la presenza dei consueti pilastri montanti da terra. Termine derivato da "baldacco", forma toscana per Bagdad, da dove proveniva il baldakinus (fine XI e XIII secolo), drappo assai pregiato, per lo più di seta o di broccato, utilizzato tra l'altro nei cortinaggi che proteggevano i letti signorili.
Bambocci, a: generalmente i mobili "a Bambocci" sono di produzione genovese del Cinquecento e Seicento, caratterizzati da figure umane scolpite a tuttotondo nel legno, sia con funzione decorativa sia come pomoli o maniglie di tiretti e cassetti.
Bandella: generalmente una spranga di ferro battuto appiattita che viene fissata (con viti e chiodi) a un anta per consentire la rotazione; la locuzione corretta è "cardine a bandella". Il termine viene anche usato per indicare , in alcune tipologie di tavoli, la parte ripiegabile del piano, come nei tavoli cinquecenteschi e nei tavoli "a cancello".
Basamento
Nel mobile rinascimentale, come in architettura, è la parte inferiore che
costituisce la base su cui si impostano tutti gli elementi verticali; è
caratterizzata da forti modanature.
Becco di civetta
Modanatura, che deriva il nome dalla somiglianza con il rostro della civetta,
costituita da una curva concava e una convessa unite a spigolo vivo. Fu
largamente impiegata fin dall'antichità per articolare fregi, sostegni e
capitelli e, in epoca moderna, per definire il profilo di alcuni mobili per lo
più di ispirazione classica.
Bergère
Poltrona ideata in Francia verso il 1730 e diventata tipica dello stile Luigi
XV. E' costituita da uno schienale che si unisce ai braccioli pieni con un
profilo continuo, formando un unico blocco; è solitamente corredata da un
cuscino mobile. Nella variante "a confessionale", con i braccioli arretrati, il
poggiatesta imbottito e grandi orecchie laterali, sopravvive nell'arredamento
moderno, anche pubblico.
Biffa
elemento di legno, o altro materiale, sagomato a farfalla e fissato a cavallo di
una lesione allo scopo di controllare eventuali allargamenti. Viene anche detto
"ossa da mortro"
Bisellatura
Smussatura a taglio inclinato degli spigoli di un piano.
Boiserie
Espressione francese che designa il rivestimento di un interno (pareti,
soffitti, pavimenti) con pannelli lignei. Già amato da principi e signori del
Rinascimento per i loro studioli - splendidi esempi, impreziositi da intarsi
raffinati, sono quelli del duca Federico da Montefeltro a Urbino e di Francesco
I de Medici a Firenze -, ebbe una straordinaria applicazione nelle sfarzose
dimore della Francia del Settecento, dove si arricchìrono di decorazioni a
intaglio, di intarsi in madreperla, di dorature e laccature, di pannelli dipinti
o ricoperti di specchi.
Bombé: termine francese che indica nei mobili settecenteschi la linea convessa della facciata e spesso anche quella dei fianchi. È frequente nei cassettoni e nei cantonali. Il bombé a doppia mossa ha un doppio movimento curvilineo: in senso orizzontale e anche in quello verticale.
Borchia: oggetto in metallo, legno o altro materiale, in forma circolare e convessa, liscia o decorata usata per coprire chiodi o ornare tappezzerie.
È una tecnica a intarsio molto originale che prende il nome dal notissimo ebanista di Luigi XIV, André-Charles Boulle. Tale tecnica consiste nel ritagliare, come nei lavori di traforo, due lamine accostate, una di metallo e I altra di tartaruga o di altro materiale analogo. Si ottengono due parti perfettamente identiche e ugualmente ritagliate e sagomate con cui si costituisce, a piacimento, il fondo e il disegno. Si possono avere, perciò, due pannelli decorativi: di volta in volta si può adattare come fondo la lamina di tartaruga e come disegno quella in metallo, oppure viceversa. Nel primo caso il pannello sarà più pregiato e verrà chiamato in parte" (en première partie), nel secondo caso verrà chiamato in controparte". Il lavoro non finiva qui, perché nei casi in parte la lamina metallica veniva rifinita a bulino. Tale tecnica rendeva più sontuoso il mobile così lavorato: a volte anche un po' pesante, tu,comunque, utilizzata ininterrottamente, per alcuni arredi, fino al Secondo Impero, cioè agli annidi Napoleone III.
Il suo nome è legato all'omonima tecnica d'intarsio, da lui inventata, che rinnovò il mobile seicentesco e lo arricchì di modi tipicamente barocchi. Ebanista di Luigi XIV, Boulle era nato nel 1648, dimostrando presto la sua straordinaria abilità: modellava e plasmava a piacimento con rara capacità tecnica. Artista completo, architetto, scultore, bronzista, ebanista, pittore, incisore, realizzò grandiose opere nel più puro stile barocco,utilizzando la tecnica di intarsio di sua invenzione, che gli avrebbe dato le maggiori soddisfazioni e che venne imitata fino alla seconda metà dell'Ottocento.
Buffet
Voce francese di incerta etimologia che indica un mobile atto a contenere e
a esporre piatti e vivande. In epoca gotica era costituito da un cassone con
apertura frontale posto sopra un tavolo; nei secoli seguenti modificò la propria
struttura: la parte inferiore si configurò come una credenza e la superiore come
un'alzata rientrante con ripiani a vista o schermati da vetri. Con tale
tipologia il buffet venne adottato soprattutto dalla media e bassa borghesia
come mobile per la sala da pranzo.
Bugnato: decorazione di diversa forma, a punta di diamante, a cuscinetto piano o semitondo, usata soprattutto per i mobili della prima metà del XVII secolo.
Bureau
Termine francese usato per indicare lo scrittoio o la scrivania. Deriva
dalla parola burè, che nel medioevo designava il panno di lino grezzo che veniva
steso sui tavoli usati dai chierici per scrivere. Il tipo più classico è il
"bureau plat", costituito da un ampio tavolo rettangolare, ricoperto in cuoio o
velluto, e da una fascia a tre cassetti; se il piano è sormontato da un rialzo a
cassettini e scomparti, è detto "à gradin". Il "bureau Mazarin" viene
comunemente considerato come la più antica forma di scrittoio; è un mobile
costituito da due corpi laterali a cassetti, poggianti su quattro gambe
ciascuno, e da un vano centrale chiuso frontalmente da un pannello. Nel periodo
Luigi XV entrò in uso il "bureau a dos d'ène", una scrivania per signora di
piccole dimensioni e dalle linee eleganti. E' caratterizzata da due piani per
scrivere opposti, separati da un'alzata e coperti ciascuno da una ribalta, ed è
dotata di una fascia sagomata a mantovana con cassettini. Se è provvista di una
sola ribalta è detta "bureau en pente". Molto diffuso nel Settecento fu il
"bureau à cylindre", caratterizzato da un'alzata - contenente cassetti e
scomparti per il materiale di cancelleria - chiusa da una saracinesca a rullo
rientrante.
C |
|
Cabinet
Mobile francese - nato assai probabilmente sul modello dello stipo
rinascimentale italiano - avente la funzione di custodire e conservare gioielli
e oggetti preziosi. In origine era un parallelepipedo portatile a due sportelli
che, aperti, rivelavano una serie di cassettini sovrapposti inquadranti una
cavità, chiusa a sua volta da un'antina. Verso la metà del Cinquecento assunse
una tipologia più complessa, configurandosi come un mobile a due corpi
sovrapposti: quello superiore con cassettini e scomparti celati da ante o da un
piano calatoio e arricchito da intagli, intarsi, dorature, lacche; quello
inferiore costituito da un piano con sostegni variamente lavorati, talvolta a
forma di cariatidi, oppure da un cassone rettangolare, con cassettini analoghi
ai precedenti. Col medesimo vocabolo si indicò in Francia, a parire dal
Cinquecento, anche un piccolo ambiente - corrispondente allo studiolo italiano -
destinato allo studio e alla conservazione di piccoli oggetti rari.
Cabriole, gamba a: termine francese che indica una gamba a “capriolo”, perché è la stilizzazione del garretto anteriore del capriolo, usato a motivo ornamentale. E’ una linea formata da due curve: la superioreconvessa, l’inferiore concava; si usava nel Settecento per sedie e tavoli
Calatoio: si chiama così il piano ribaltabile di uno scrittoio che, una volta abbassato e fissato con catenelle o mediante tiranti o sostenuto da tiretti, serve quale piano per scrivere. E’ presente nelle ribalte e secreteres.
Capitello
Membratura architettonica che raccorda il fusto di un sostegno - colonna,
pilastro, parasta,lesena - alla struttura soprastante, arco o architrave. E' in
genere strutturato in una parte superiore, l'abaco, cui è affidata la specifica
funzione architettonica, e una inferiore, l'echino, a carattere soprattutto
decorativo. Ai tipi dorico, ionico, corinzio, canonizzati dall'arte greca, si
aggiunsero più tardi il tuscanino e il composito. In epoca rinascimentale trovò
ampio impiego in ebanisteria.
Tipo di imbottitura largamente usata nel Settecento e nell'Ottocento per trapuntare poltrone, sedir e testiere di letti. In origine era costituita da capiton, una sorta di cascame di seta, e fissata con del filo fermato da un bioccolo del medesimo materiale. Cappello, a Espressione riferita a un tipo particolare di cimasa, spesso sormontata da una fascia di cornici, posta a coronamento di alcuni mobili inglesi e americani. E' tipica in particolare dei cassettoni a due corpi in stile Queen Anne. I corrispondenti termini inglesi sono bonnet top e hooded.
carcassa: così viene chiamata la struttura portante di un mobile, escludendo gli elementi aggiunti, come lastronature o impiallacciature, cassetti o modanature.
Statua femminile utilizzata nel mondo greco (VI e V secolo a.C.) come sostegno di architravi, cornici, mensole o analoghe membrature architettoniche; famose sono le cariatidi dell'Eretto di Atene (V secolo a.C.). Con una funzione meramente ornamentale la cariatide venne impiegata in epoca rinascimentale e neoclassica anche in ebanisteria. L'etimologia della parola è incerta: secondo Vitruvio risalirebbe alle donne della Caria, antica regione dell'Asia Minore, costrette dai Greci alla schiavitù. A volte il termine viene impiegato per designare le corrispondenti figure maschili, più propriamente chiamate atlanti o telamoni.
Cartiglio: un motivo ornamentale in voga soprattutto nel Seicento caratterizzato dalla raffigurazione , scolpita o dipinta, di un rotolo di carta stilizzato generalmente contenente una iscrizione, Viene anche chiamato “cartoccio”.
Cassapanca
Mobile assai diffuso in Italia durante il Rinascimento (ma già comparso nel
Medievo) costituito da un cassone, che fungeva da sedile e da ripostiglio, e da
un dorsale completato successivamente da braccioli. Mentre i primi esemplari si
connotavano per l'equilibrio delle proporzioni e la sobrietà della decorazione,
nel Cinquecento le forme si fecero più imponenti e i motivi ornamentali -
intagliati o scolpiti - sempre più ricchi ed elaborati. A partire dal XVII
secolo le sue funzioni vennero meglio assolte dal divano e da altri mobili come
il baule o l'armadio, mentre sopravvisse nelle forme originarie come arredo di
rappresentanza.
Cassettone
Mobile a cassetti dal corpo rettangolare e dai sostegni molto corti. Nacque
probabilmente verso la fine del XVI secolo come evoluzione del cassone, che
negli esemplari più tardi era provvisto talvolta di uno o due cassetti.
Equivalente alla commode francese, il cassettone si sviluppò secondo tipologie
che seguirono i vari stili, variando le dimensioni generali, l'altezza dei
sostegni e i modi decorativi. Passò dalle forme rigide e pesanti seicentesche
alle linee più morbide e aggraziate del secolo successivo, che conformò
deliziosi cassettoni bombati, impiallicciati con legni preziosi e arricchiti da
ornamenti laccati o in bronzo dorato.
Cassone
Mobile basso, di forma parallelepipeda, provvisto di un coperchio fissato a
cerniera. Veniva fabbricato spesso in occasione di nozze ed era destinato a
contenere o a trasportare abiti, biancheria o altri oggetti d'uso. Data la sua
estrema funzionalità, fu tra i pezzi di arredamento più diffusi nell'antichità,
soprattutto in età medioevale. Splendidi esemplari intarsiati o dipinti furono
realizzati in Toscana nel Quattrocento, anche da artisti come Botticelli e Paolo
Uccello. Nel corso del Seicento entrò in crisi parallelamente allo sviluppo di
altri mobili come divani, gli stipi, gli armadi e i cassettoni.
Cavicchio: è il nome dato ad un pezzetto di legno arrotondato usato per realizzare o rinforzare i giunti (comunemente è detto “spina”).
Centina
Struttura provvisoria messa in opera per sostenere, durante la loro costruzione,
archi e volte. Per analogia, con la medesima voce vengono designate anche le
parti curve di architetture, mobili o cornici di polittici.
Certosina, intarsio alla
Tipo di intarsio costituito da minuti tasselli in legno e in osso, avorio o
madreperla tagliati secondo motivi poligonali e commessi tra loro a formare
disegni geometrici. Le essenze privilegiate erano l'ebano, il bosso e il tasso,
mentre il supporto era generalmente in noce. A partire dalla fine del Trecento,
ma soprattutto nel Rinascimento, gli ebanisti dell'Italia settentrionale
realizzarono con tale tecnica piccoli scrigni o cassettine e impreziosirono
arredi sacri e stalli corali. Questa tecnica fu assai praticata dai frati
certosini, dai quali mutuò probabilmente il nome.
Chiodi alla traditora
In ebanisteria, sono così definiti i chiodi inserii di sbieco, in posizione
nascosta. Normalmente più lunghi dello spessore delle due parti da unire,
venivano poi ribattutti dalla parte non in vista.
Cimasa: termine architettonico che indica, in origine, la cornice superiore che assume la funzione decorativa nell’insieme della struttura; da qui cimasa è passato ad indicare la parte cuspidale di un mobile o di una specchiera.
Cineseria: disegni ornamentali su imitazioni di motivi cinesi, molto di moda nel Seicento e nel Settecento per la decorazione in particolare dei cassettoni veneziani.
Cipolla, piede a
Sostegno di forma cilindrica, leggermente compresso ai poli, particolarmente
utilizzato a partire dalla fine del XVI secolo per mobili di considerevoli
dimensioni come armadi, credenze e cassettoni.
difetto naturale del legno. Si tratta del distacco di due anelli di crescita contigui, causato dal gelo o da eccessivo calore.
Coda di rondine, incastro a: incastro in cui una parte del legno ha il bordo tagliato a cunei e l’altra presenza delle sporgenze uguali alle parti intagliate: sporgenze ed intagli si incastrano fra di loro. E ’ utilizzata generalmente per la realizzazione dei cassetti.
Cofano
Tipo di cassone munito di coperchio e spesso di maniglie, attestato fin dai
tempi più antichi come contenitore di oggetti di vario genere. Rispetto alla
cassa è costruito con materiale di maggior pregio ed è spesso rivestito di
cuoio. Un particolare tipo di cassone è il forziere, destinato per la sua
struttura massiccia, per la suddivisione interna a scomparti e per le robuste
serrature a custodire oggetti di valore.
Coiffeuse
Piccolo mobile di origine francese, assai in voga nello stile Impero, di uso
tipicamente femminile. E' costituito da un piano rettangolare, di norma in marmo
bianco, sormontato da uno specchio ovale, circolare o rettangolare fissato a due
montanti dotati di viti a perno. I sostegni hanno linee eleganti, a forma di
lira o di X.
Si usa per tagliare la foglia d'oro. Va usato con estrema cura, la lama non va toccata con le dita, in tal caso va sgrassata con alcool. E' utile anche per prelevare la foglia d'oro dal libretto e porla sul cuscinetto.
Commesso: intarsio con pietre dure e semipreziose o con marmi policromi, Si tratta di un’arte tipicamente fiorentina con cui si usava intarsiare con motivi a colori vivaci soprattutto i piani dei cassettoni.
Commode
Mobile francese, corrispondente all'italiano cassettone (vedi), nato alla
fine del XVII secolo e divenuto nel secolo successivo uno dei pezzi di
arredamento fondamentali delle dimore del tempo. Mediamente alta 80 cm, a due o
più cassetti, la commode seguì nelle sue forme il gusto delle varie epoche: con
alti sostegni e due cassetti nettamente differenziati agli inizi; bombata, con
gambe a serpentina e una decorazione frontale dissimulante la divisione dei
cassetti nello stile Luigi XV; più squadrata e lineare con Luigi XVI. Gli
esemplari di maggior pregio sono impreziositi da impiallacciature, intarsi,
decorazioni laccate e applicazioni in bronzo.
Commode en console
Tipo di commode che in epoca Luigi XV veniva in genere collocata sotto uno
specchio con funzione di console. Rispetto alle tipologie consuete presenta
sostegni più allungati e un unico cassetto.
Comodino
Mobile di piccole dimensioni da porsi accanto al letto.I primi esemplari,
risalenti all'inizio del Settecento, erano una sorta di armadietto, dal corpo
piuttosto alto poggiante su brevi gambe, con sportello e cassetto superiore.
Successivamente, soprattutto in epoca neoclassica, le forme si ingentilirono e
il comodino si configurò come un piccolo tavolo con esili sostegni e il piano
spesso ricoperto in marmo.
Console
Voce francese che indica un tavolo fissato a una parete, in genere al di
sotto di uno specchio, con scopo più ornamentale che funzionale. Nata durante il
regno di Luigi XIV, si sviluppò tipologicamente secondo i diversi stili,
conservando sempre forme eleganti. E' generalmente priva dei sostegni
posteriori, ma può anche presentare un unico supporto figurato; il piano, poco
sporgente, è spesso realizzato in marmo. Corrispondente all'italiano "mensola",
il termine viene anche utilizzato, per estensione ma impropriamente, con
riferimento a qualsiasi tavolo da muro.
Controimpiallacciatura
Procedimento tecnico che consiste nell'applicare i fogli di legno
dell'impiallacciatura di un mobile l'uno sull'altro a controfilo, col proposito
di contenere il più possibile gli effetti degli assestamenti del materiale.
Cornice
In ebanisteria indica una modanatura che circoscrive una campitura
uniforme.
Cornucopia
Motivo decorativo di origine classica che simboleggia l'abbondanza e la
fertilità. Si configura come un corno tendenzialmente spiraliforme ricolmo di
frutta, fiori e foglie. In ebanisteria, la "gamba a cornucopia" è un particolare
sostegno tipico di alcuni divani e letti "alla greca" appartenenti agli stili
Regency e Direttorio americano.
E' la parte più esterna del tronco ed è costituita da cellule morte. .
Serve ad adagiare la foglia d'oro per poi tagliarla nella misura voluta.
Credenza
Nel Medioevo era un basso tavolino che veniva posto accanto alle mense più
ricche per reggere i piatti con le vivande destinate a essere assaggiate, prima
di essere servite, dal "credenziere", al fine di scongiurare il pericolo di un
eventuale avvelenamento per i signori. Il termine, nelle epoche successive,
passò a indicare il mobile che conservava i servizi da tavola o,
temporaneamente, i cibi. Nei modelli più antichi aveva struttura semplice, bassa
e larga, con sportelli ed eventuali cassetti al di sotto del piano di appoggio;
in seguito complicò le sue forme, fino ad avere due corpi sovrapposti, di cui
quello superiore arretrato. La credenza fu largamente utilizzata dal
Rinascimento fino a tutto l'Ottocento, soprattutto nelle sale da pranzo delle
famiglie borghesi, dove spesso appariva in coppia con la denominazione di buffet
e contro-buffet. E' un mobile tipicamente italiano - forse sviluppatosi dal
medievale cassone - che esercitò tuttavia importante influenza nell'arredamento
francese e inglese.
D |
|
Dal francese dècaper (letteralmente, raschiare, togliere la copertura), il termine indica il processo tecnico attraverso il quale alcuni mobili vengono liberati dalle vernici, dagli smalti, dalle ridipinture o dalle patine formatesi nel corso del tempo, e riportati allo stato naturale.
Si può estrarre gran parte della cera contenuta nella gommalacca con un procedimento semplice. Si prepara una soluzione in alcool con densità del 50%, e la si lascia in un contenitore ermetico per una settimana circa. Quindi si filtra con carta filtro, o altri filtri cartacei eventualmente reperibili. La soluzione filtrata è quasi completamente priva di cera, e si può usare come tale, o dopo ulteriore diluita con alcool.
Si parla di giusta densità della colla Garavella durante la sua preparazione. La fluidità della colla si verifica immergendo il pennello nel fluido, una volta sollevatolo, esso scorre sulle setole con un flusso continuo, esente da grumi e non suddividendosi in goccioline.
Dentellatura: motivo architettonico ripetuto e continuo usato nelle cornici dei mobili a struttura architettonica come armadi e stipi e nella fascia inferiore dei ripiani di tavoli.
Dima
Voce lombarda di origine greca (prova), che designa la sagoma usata per tagliare
il legno secondo le forme di un disegno precostituito.
Divano
Derivato dal persiano diwan, a partire dal XVII secolo il termine indica un
sedile per più persone, in seguito dotato di schienale e braccioli imbottiti. La
sua origine va ricercata nella cassapanca rinascimentale, già dotata di
schienale e braccioli, comune nelle ricche dimore europee del Seicento.
Doratura
Applicazione dell'oro in lamina o in polvere su supporti diversi. Due le
tecniche principali di doratura: a bolo e a missione.
Dormeuse
Sorta di poltrona a sdraio con schienale rialzato o di divano con spalliere
imbottite di differente altezza sui lati brevi. Chiamata anche mèridienne, vene
usata soprattutto nel Settecento, anche in Italia, come letto da giorno.
Dresser
Voce inglese usata in riferimento a due tipi di mobili. Il primo, presente
in Inghilterra negli arredi di campagna dal Medioevo a tutto il Settecento, era
una sorta di credenza a due corpi: quello superiore a scaffali aperti e quello
inferiore a cassetti e sportelli. Il secondo era un lungo tavolo con sostegni
torniti e fascia a cassetti. In questa accezione il termine venne usato solo
dopo la Restaurazione.
Durame
Zona del tronco che circonda il midollo. È la parte principale del tronco,
costituita da una massa compatta e resistente capace di immagazzinare sostanze
di riserva. Ha una struttura ad anelli concentrici. A livello commerciale è
quella più pregiata, perchè essendo la parte più vecchia della pianta è quella
più stabile e meno soggetta agli attacchi di parassiti.
E |
|
Ebanista
Il termine designa l'artigiano specializzato nella lavorazione dell'ebano,
ma viene comunemente adottato in riferimento a qualsiasi lavoratore di legni
pregiati, esperto nel rifinire e decorare i mobili con impiallacciature, intarsi
e intagli. In questa accezione deriva da èbèniste, termine usato in Francia dal
XVII secolo per distinguere l'artigiano artista dal semplice falegname.
caratteristica tipica della Colla Garavella che le permette di potersi adattare ai ritiri del legno che cambiano a seconda dell'essenza, della sua percentuale di umidità residua, del tipo di taglio e dei fattori climatici esterni.
Encausto
Nome di origine grca ("incidere col fuoco") che designa quella tecnica pittorica
che utilizza la cera riscaldata come legante per i pigmenti. E' chiamato così
anche un modo per incerare il mobile (vedi Finitura).
Erma: colonna a sezione quadrangolare sormontata da una testa umana raffigurante il dio Hermes, molto usata nelle decorazioni dei mobili Direttorio e Impero come mezzo busto o soltanto la testa di una figura umana.
Espanolette: tipica figura di busto femminile realizzata in metallo (generalmente in bronzo) usta come applicazione decorativa, caratteristica degli stili francesi reggenza e Luigi XV. Era posta sui montanti dei comò come sulla parte alta delle gambe a cabriole delle scrivanie o anche sulle bocchette delle serrature
termine che designa le specie arboree ed il legno che si ricava da esse
Etagère
Mobile di piccole dimensioni, a ripiani, in voga nella Francia del Settecento soprattutto in provincia, ma abbastanza usato anche in Italia. Esistente in diversi modelli, veniva appeso alle pareti o collocato sopra un altro mobile ed era adibito all'esposizione di vasellame o di oggetti di diverso tipo. Molto diffuso anche nei periodi successivi, indicava uno scaffale con ripiani a giorno, in genere poggiante sul pavimento.
F |
|
Fastigio
In ebanisteria, elemento decorativo posto nella parte superiore di un mobile
spesso in forma di timpano spezzato.
Motivo ornamentale usato in architettura, pittura, scultura ed ebanisteria, costituito da un fascio di fiori, foglie, frutti variamente intrecciati e tenuti insieme con nastri o altro. Può assumere un andamento a cordone oppure a ghirlanda e comparire isolato o, più generalmente, iterato in modo da costituire un fregio. Fu molto usato nell'arte classica e venne poi ripreso in epoca rinascimentale, barocca e neoclassica.
Fiamma: ornamento scolpito a forma di foglia stilizzata, intagliato nel legno, usato per decorare i braccioli o i montanti dei seggioloni del Cinquecento.
Filettatura: tecnica decorativa che consiste nell’inserimento di una listarella di legno o di altra materia su un fondo di colore contrastante. Le filettature di ottone sono caratteristiche dei mobili inglesi di stile Regency e francesi di stile Luigi XVI.
termine con cui, in ebanisteria, si indicano i trattamenti di levigatura, lucidatura e tintura
sottilissima lamina d'oro che viene applicata nella tecnica della doratura al supporto ligneo preventivamente preparato.
Elemento costituito da una lastra di forma varia ma regolare (quadrangolare, circolare, a losanga, etc.), decorata con svariate figurazioni a mosaico, a tarsia o scolpite. Come elemento decorativo è particolarmente usata nell'architettura gotica, in quella romanica e durante tutto il Quattrocento. Dal Rinascimento questo tipo di decorazione viene praticato soprattutto in ebanisteria e formelle in legno, metallo, ceramica o altro materiale sono utilizzate per decorare sia i fronti sia le fiancate dei mobili.
Forziere
Tipo di cassa di dimensioni intermedie, tra il cofano e il cassone, di
struttura robusta e munita di un sistema di chiusura molto sicuro. Viene
costruito in legno e metallo, spesso con rinforzi angolari e decorazioni
intarsiate o in ferro battuto. All'interno può presentare una sudduvisione in
scomparti o cassettini e all'esterno due maniglie che ne facilitano il
trasporto. E' diffuso soprattutto in Italia Settendrionale per la custodia di
denaro, oggetti preziosi e documenti importanti. Con tale significato il termine
è usato dal XVI secolo, mentre prima era sinonimo di cassa, cassone e cofano.
Fratina, fratino
In ebanisteria il vocabolo indica un tavolo rinascimentale, (tipico dei
refettori dei conventi) dalla forma stretta e allungata, con sostegni congiunti
da una traversa oppure da due assi sagomate. E' chiamata fratina anche una
robusta sedia toscana, derivata dal seggiolone cinquecentesco, dalla struttura
massiccia e dalle linee severe, caratterizzata da uno schienale composto da due
o tre cartelle sovrapposte riccamente decorate.
Fregio
Nelle arti applicate e in ebanisteria, è una composizione ornamentale -
scolpita, intagliata, intarsiata o dipinta - svolta secondo uno sviluppo
orizzontale.
Frontale
In mobili di grandi dimensioni (come armadi e credenze) e di impianto
architettonico è la parte superiore, che ha funzione di coronamento. Il termine
si adatta bene a certi arredi di epoca rinascimentale.
Fumigazione
La fumigazione è un procedimento utile per distruggere funghi e insetti dannosi. Si chiude l'oggetto in un contenitore o ambiente a tenuta d'aria, con un quantitativo adeguato di insetticida o fungicida, come il paradiclorobenzolo o il timolo. Una fonte di calore scioglierà il prodotto chimico e libererà il vapore. L'oggetto deve rimanere chiuso all'interno per circa sei ore.
G |
|
Gattelli
Elementi di rinforzo di forma triangolare inseriti negli angoli
novecenteschi. A volte vengono utilizzati anche nel restauro.
Graticcio
Struttura intrecciata di legni leggeri, come canne o vimini, che è stata ed è
tuttora impiegata in ebanisteria, con intenti ornamentali oltre che funzionali,
per gli schienali e i braccioli di sedie e poltrone. Come puro elemento
decorativo si trova su mobili barocchi francesi e italiani.
Grembiale: indica la parte inferiore sagomata di un cassettone (ma anche di un tavolo a muro) che connette i due sostegni anteriori o che scorre sotto il fregio, in questo ultimo caso è detto anche mantovana.
Gruppini
Tipo particolare di chiodi molto sottili utilizzati dagli ebanisti per
fissare un lastrone alla struttura del mobile; servono anche nel caso in cui non
è possibile utilizzare le morse, verranno successivamente rimossi.
I |
|
deformazione di una tavola causata dal diverso ritiro delle fibre. oppure dovuto ad un carico eccessivo nella parte centrale, che assume così una forma arcuata.
strato di legno, particolarmente pregiato per essenza, venature e colore, generalmente non superiore al millimetro (in questo caso si parlerebbe di lastronatura), utilizzato per decorare superfici a vista di mobili realizzati dall’Ottocento in avanti in quanto prima lo spessore dei rivestimenti era tale da intendersi solo come lastronatura. Lo spessore di un foglio di impiallacciatura dei mobili moderni non supera di solito il mezzo millimetro.
Incastro
Modo in cui, fin dal XVI secolo, i falegnami univano le assi di legno senza
usufruire di collanti o di chiodi, ma intagliandone i bordi secondo un sistema
di sporgenze e di rientranze in grado di combaciare perfettamente all'atto della
congiunzione. A seconda dei tipi di unione, l'incastro, chiamato anche
assembramento, può essere: a coda di rondine, a tenone e mortasa (a cava e
penola, a maschio e femmina), diritto, a mezzo e mezzo, a lingua, a forcella.
Inginocchiatoio
Mobile usato per la preghiera, un tempo presente, oltre che nelle chiese,
nelle camere da letto di molte case private. Di norma è articolato a due piani:
quello superiore per appoggiare i gomiti e quello inferiore per le ginocchia.
Intaglio
Tecnica decorativa realizzata asportando parte del materiale con appositi
strumenti secondo determinati disegni. E' uno dei procedimenti ornamentali più
usati nelle arti applicate; l'intaglio può essere realizzato a incavo, a rilievo
(che a seconda del grado di sporgenza viene definito basso, medio o alto) e a
traforo, se passa l'oggetto da parte a parte.
Intarsio (o tarsia) : lavoro di ebanisteria che consiste nella decorazione di un mobile con legni di diverse qualità, o con altro materiale, inseriti secondo un disegno prestabilito. Nei lavori in legno nel medioevo, appare in forma assai modesta per assumere proporzioni e importanza sempre maggiori nel corso del Quattrocento e soprattutto nel Cinquecento. Alla fine de Seicento, dall’Italia e in particolare da Firenze, si diffonde in Francia dove Boulle e altri artisti operanti nella manifattura dei mobili della corona, fondata da Luigi XIV, creano sofisticati lavori di intarsio composti in tartaruga, madreperla, legni preziosi, rame e altro materiale, ottenendo modelli di raffinatezza ed eleganza che saranno imitati in tutta Europa per quasi due secoli. In Itali, nel XVIII secolo si distinsero i mobili intarsiati in avorio e legni pregiati del Maggiolini e del Piffetti. Maggiolini impegnava un’enorme quantità di legni diversi (pare oltre ottanta) sfruttando tutte le originarie tonalità di colore. Legato alla pura arte dell’intarsio, il grande maestro lombardo solo in casi rarissimi, pensiamo all’azzurro e al rosa, usava la tinta artificiale; gli splendidi effetti di ombreggiatura erano ottenuti (come del resto anche oggi), immergendo i piccoli pezzi in sabbia rovente.
Intarsio Certosina
è un genere di intarsio con osso o avorio a sottili disegni geometrici; pare che il nome derivi dai monaci seguaci di san Brunone, fondatore appunto dell'ordine Certosino.
L |
|
Lacca
Propriamente, resina vegetale ottenuta per incisione della corteccia di Rhus
vernicifera, o "albero della lacca", che cresce in Cina, Giappone e Cambogia;
costituisce la componente di base per la fabbricazione di una pregiata vernice
usata per decorare oggetti d'arte. Per estensione si usa il termine lacca anche
per indicare altri tipi di vernici trasparenti od opache di origine animale,
vegetale o sintetica. La cosidetta lacca del Giappone si otteneva attraverso
lunghi e complessi procedimenti ed era utilizzata per il rivestimento di oggetti
di pregio, i cui pannelli ricevevano fino a diciotto strati di lacca. Queste
operazioni richiedevano tempi lunghissimi, oltre che una magistrale esecuzione
tecnica. I colori prevalenti nelle decorazioni cinesi sono i marroni, i blu, i
rossi e il verde scuro, mentre tipici della lacca giapponese sono le
applicazioni di oro o argento in foglio. Scoperta dai Gesuiti in Cina e in
Giappone, la laccatura divenne di moda in Europa nel Settecento in seguito alla
massiccia importazione dall'Estremo Oriente di pannelli già laccati da inserire
o da incorniciare in fronti, ante di mobili o paraventi. Tra i diversi tentativi
attuati dagli Europei per imitare gli effetti della lacca orientale, largo
successo ottenne la vernis Martin, messa a punto a Parigi dai fratelli Martin
con un procedimento rimasto segreto.
Lacca povera: (vedi anche arte povera) arte decorativa usata a Venezia nel XVIII secolo, in sostituzione della laccatura, per decorare mobili e oggetti in legno su imitazione dei mobili orientali. Prima il decoro veniva stampato su un foglio di carta, poi incollato sul legno e infine ripassato con una vernice trasparente, la sandracca, che rendeva uniforme la superficie.
tecnica che proviene dall'Oriente e fu diffusa in Europa da alcuni padri gesuiti alla metà del Seicento. Le parti da decorare vengono rivestite con tela incollata sul legno; un prima mano di colla serve a chiuderne la porosità, successive mani di colla e gesso rendono il corpo del mobile liscio e compatto. Una mano di tempera colorata serve da fondo alla decorazione ; sulle dorature e sulle decorazioni si passano diverse mani di di sandracca, una colla resinosa trasparente color paglierino che era il completamento della laccatura
a differenza dell' impiallacciatura , la tecnica della lastronatura si diffonde già nel corso del Cinquecento. Si chiama lastrone uno strato di legno in essenza normalmente pregiata posta a scopo decorativo sopra una superficie in massello, normalmente di essenza meno pregiata. Il lastrone ha spessore superiore al millimetro: lo spessore delle prime lastronature poteva raggiungere mezzo centimetro per diminuire nel corso dei secoli grazie alle nuove tecniche di taglio del legno. E' possibile incontrare mobili antichi pregiati dove, a causa di molteplici e spesso non congrui interventi di levigatura,, il lastrone originale è venuto ad assottigliarsi al punto da confonderlo con ciò che più correttamente prende il nome di impiallacciatura
Elemento architettonico in aggetto, con funzione puramente decorativa, a forma di semipilastro o semicolonna di solito con base e capitello. La lesena compare, in diverse tipologie, sulle fronti di mobili a partizione architettonica, soprattutto nel Rinascimento e nel Neoclassico.
Letto a barca
Tipo di letto diffuso nel periodo Impero soprattutto in Francia (lit en
bateau) appoggiato alla parete da uno dei due lati lunghi. Le due spalliere
hanno in genere profilo curvilineo e sono rovesciate all'esterno; la fiancata
esterna può essere foggiata a mezza luna, così da conferire al letto la forma di
una barca, ma può essere anche diritta. Questo tipo di letto, spesso collocato
in un'alcova, è sovente provvisto di baldacchino.
Lira, a
Espressione riferita a elementi della mobilia (schienali o sostegni) conformati
secondo la sagoma curvilinea dell'antico strumento musicale.
Lisca di pesce, a
Tipo di impiallacciatura secondo la quale i fogli di legno vengono giustapposti
allo scopo di ottenere, attraverso il gioco alternato delle venature, una
configurazione appunto "a lisca di pesce". Questa tecnica, detta anche "a fibre
contrapposte", ha avuto enorme fortuna in ebanisteria fra il XVII e il XVIII
secolo.
Listello
Fascia rettilinea, piana e sottile, intercalata fra elementi curvilinei concavi
o convessi di una cornice o di una modanatura analoga. Fu di largo impiego anche
in ebanisteria, a partire soprattutto dal Rinascimento.
Lit à la duchesse
Tipo particolare di letto da parata entrato in auge in Francia nel XVIII secolo,
all'epoca, appunto, delle favorite (duchesses). La struttura dell'intelaiatura,
riccamente addobbata da preziosi drappi, presenta un baldacchino, della medesima
lunghezza del letto, impostato sul muro o sull'alto dorsale e non più sostenuto
da colonne.
Lit en bateau
Vedi Letto a barca.
Luigi XIII, stile
Stile francese che travalica i limiti cronologici del regno di Luigi XIII
(1610-1643), estendendosi tra la fine del XVI secolo e il 1660 ca.
Luigi XIV, stile
Stile sviluppatosi in Francia durante il regno di Luigi XIV (1661-1715), detto
anche Re Sole.
Luigi XV, stile
Stile francese sviluppatosi nel periodo fra il 1740 e il 1760, in concomitanza
dell'affermarsi del gusto Rococò; corrisponde solo in parte agli anni di regno
di Luigi XV (1723-1774), alla cui morte si era ormai entrati in clima
neoclassico (Transizione).
Luigi XVI, stile
Stile che ha caratterizzato le espressioni artistiche durante il regno di Luigi
XVI (1774-1793), che vide il ritorno a forme classiche, preludenti al rigore del
successivo stile Impero.
Luigi Filippo, stile
Stile sviluppatosi in Francia all'epoca del regno di Luigi Filippo d'Orlèans
(1830-1848). Longherone (anche longarone) Derivato dal francese longeron, il
vocabolo designa, in un mobile, una membratura lignea collocata in senso
longitudinale: in particolare, nel letto, è l'elemento orizzontale che raccorda
due montanti.
Losanga
Elemento decorativo romboidale impiegato in architettura e ripreso dagli
ebanisti di epoca rinascimentale per ornare o ripartire prospetti o specchiature
di porte, cassettoni, credenze e armadi. La losanga, iterata in sequenze
uniformi o alternata ad altri motivi decorativi, trovò larga applicazione -
intarsiata, intagliata a rilievo o incisa - anche nel Seicento e Settecento
M |
|
Madia
Mobile rustico italiano, usato per l'impasto e la conservazione del pane.
Attestato già dal XV secolo, è costituito da una cassa rettangolare poggiante su
quattro sostegni oppure su una struttura a sportelli o cassetti. Il corpo
superiore è spesso provvisto di una tavola o di un coperchio incernierato atto a
fornire un piano per lavorare il pane.
Maggiolino
Il nome indica quei mobili italiani di linea neoclassica, diffusi soprattutto nell'Italia settendrionale, ascrivibili allo stile o alla produzione del famoso ebanista lombardo Giuseppe Maggiolini (1738-1814). Il maggiolino, o meglio "mobile in stile Maggiolini", si distinque per i sostegni piramidali e per la struttura essenziale, decorata con intarsi a motivi vegetali, paesistici e a nastro. Nei suoi intarsi il Maggiolini fece ricorso a più di ottanta essenze lignee diverse.
Nome del celebre artigiano di Pazza Parabiago, nato appunto a Parabiago in provincia di Milano. Figlio di un artigiano, a maggior età si mise in proprio dopo un lungo apprendistato. Il suo laboratorio era limitato ad una attività del tipo paesano, se non lo avesse scoperto il pittore Giuseppe Levati che, notando la qualità dei suoi mobili (amava lavorare sul massello di noce), ne ordinò subito l'esecuzione di un cassettone di cui ne fornì il disegno con intarsi.
Con questo episodio (1766) iniziò, a soli 28 anni, la carriera del Maggiolini; ben presto divenne uno dei più famosi artefici dell'epoca, mobiliere dell'alta aristocrazia e della corte, fu oggetto della satira del poemetto Il Giorno , del Parini.
La bellezza dei suoi mobili e degli intarsi è derivata sopratutto all'abbondanza dei legni usati, pare 86 tipi di essenze, con qualità diverse di fibra, venature, e colore. Maggiolini usò la tecnica della tintura solo per l'azzurro ed il rosa, e ottenne molte particolari ombreggiature con l'immersione dei minuti pezzi di legno destinati all'intarsio nella sabbia arroventata. La produzione migliore è quella compresa tra il 1780-96, anno in cui fini il dominio austriaco ed arrivarono i francesi con le mobilie di mogano lucidissimo con decorazioni in bronzo dorato al mercurio. Alla sua morte nel 1814 il suo laboratorio che contava trenta operai, passò al figlio Carlo Francesco fino al 1834 e a Cherubino Mezzanzanica fino al 1866.
Marezzatura
Procedimento decorativo detto anche moirè, con il quale la superfice del
legno viene dipinta a imitazione delle essenze di maggior pregio. In voga dal
XVI secolo, ha conosciuto un momento di particolare fortuna nell'Ottocento.
è un termine francese che indica un particolare tipo di intarsio dove pezzettini di forme e legni diversi, o anche di altro materiale del medesimo spessore, vengono combinati in maniera da creare un disegno, che viene incollato su una superficie lignea. Per ottenere una maggiore varietà di chiaroscuri e di tonalità di colore, i diversi legni utilizzati venivano ombrati e tinti mediante colorazioni chimiche e l'applicazione di metalli roventi. Sino al Neoclassico i disegni dominanti erano di genere floreale e naturalistico, con la seconda metà del del Settecento anche la marqueterie segui il nuovo gusto classicheggiante, in una maggiore dominanza di motivi geometrici o legati a figure mitologiche.
Marquise
Poltrona di grandi dimensioni, con cuscino e schienale imbottiti, diffusa in
Francia in epoca Luigi XV e XVI. E' di norma bassa e profonda, con i braccioli
piuttosto corti, collocati in posizione arretrata per consentire alla dame e ai
loro abiti ingombranti di accomodarsi agevolmente. In Inghilterra tale modello
prende il nome di courting chair. Col medesimo termine viene inoltre designato
un divanetto a due posti di forme analoghe alla poltrona.
Mascherone
Elemento ornamentale plastico di origine molto antica, in genere rappresenta
una protome umana o animale, spesso deformata o stilizzata. In metallo o legno
trovò applicazione sui mobili italiani del Cinquecento.
Massello
E' la parte più interna, dura e compatta del tronco di un albero, chiamata
anche "cuore" o "durame". In ebanisteria viene definita "lavorazione a massello"
quella effettuata sul blocco di legno e non sull'asse ricavata dal taglio del
tronco.
Mecca (doratura a Mecca)
La mecca, le cui notizie risalgono al primo rinascimento, è una vernice a base d'alcool, gomma lacca, resine naturali e ossidi, recentemente con colori all'anilina.La vernice è data sulla foglia d'argento, "brunita" con pietre d "agata". Le pietre, una varietà di Calcedonio, sagomate, mola e lucidate in diverse forme, detti "brunitoi", servono per spianare la foglia metallica e ad eliminare qualsiasi piega che si forma durante l'applicazione "a guazzo" oppure sul bolo se la doratura è "a missione". L'applicazione della mecca, sulla foglia dopo la brunitura, "conferisce all'argento un'accentuata somiglianza all'oro".
L'oro in foglie, per il suo costo, è impiegato per oggetti più raffinati. L'oro falso, il cosiddetto "orone", è adoperato con oculatezza anche perché dopo poco tempo l'applicazione, in particolari condizioni ambientali, perde la brillantezza e si scurisce. L'argento in foglie meccato permette di ottenere varie tonalità di colore oro, secondo il dosaggio della vernice e dei diversi elementi cromatici della mecca.La tecnica della doratura a mecca, per i costi e per la "resistenza agli agenti esterni e in virtù della sua specifica impermeabilità " (G.Leonetti), fu impiegata, in prevalenza, per gli oggetti meno pregiati o che erano adoperati con frequenza (cornici, sedie e mobilio in genere, stucchi) così come per i due candelieri di Frasso.
Mensola
Nell'arredamento è così definito un mobile da parete costituito da un piano
e da un elemento di sostegno che si interrompe prima di giungere a terra. Si
diffuse particolarmente nel Seicento e nel Settecento, quando venne intagliato
in forme anche molto ricercate e adibito all'esposizione di oggetti. Dalla
mensola discende la console.
Mobile da centro
Tipo di mobile che viene di norma collocato al centro di un ambiente in modo che
sia apprezzabile da tutti i punti di vista. Si oppone ai cosidetti "mobili
d'appoggio" - armadi, credenze, cassettoni - che presentano invece il lato
destinato a collocarsi a ridosso della parete non lavorato.
Elemento variamente sagomato utilizzato in architettura per differenziare le diverse membrature dell'edificio, sottolineandone i valori plastici e chiaroscurali. In ebanisteria può essere intagliato direttamente sulla struttura lignea oppure lavorato a parte e poi applicato: tra i motivi di maggiore diffusione vanno ricordati il listello, il dentello, il fregio, il cordone, la gola, il becco di civetta.
Modanatura applicata: genere di decorazione a rilievo di sagome lignee che venva incollata o inchiodata sulle superfici dei mobili quali frontali di cassetti, sportelli e parti anteriori o fianchi
Modanatura inserita: a differenza di quella applicata che era un pezzo "aggiunto", questo genere di modanatura veniva intagliata sulla stessa superficie del mobile.
N |
|
difetto naturale del legno, provocato dall' inglobamento all'interno del tronco di un ramo vivo o secco.
o |
|
spesse imbottiture sulla parte alta degli schienali di poltrone e divani, nate per riparare dall'aria le persone sedute; il termine è usato anche erroneamente, per definire le ampie volute dei braccioli dei divani.
Si trova in commercio in speciali libretti che separano i singoli fogli. Solitamente il formato è 8x8 con uno spessore di 0,00001 mm. . Non può essere toccato con le dita e, durante l'uso, occorre fare attenzione anche ad eventuali spifferi d'aria ( addirittura alla respirazione), perchè, essendo leggerissimo potrebbe arricciarsi e volare via. Va conservato in luogo asciutto, e prima dell'uso è consigliabile tenere il libretto vicino ad una blanda fonte di calore.
Ottomana
Divano, diffuso in Francia sotto Luigi XV, di derivazione islamica: presenta uno
schienale con cuscini asportabili e un materasso come sedile. Ebbe rinnovata
fortuna nell'arredamento dèco.
P |
|
arte decorativa tipica della tradizione italiana rinascimentale che rimane in uso per gran parte del XVII secolo. Sulla superficie del mobile da decorare veniva applicato un sottile tessuto sul quale venivano poi passate diverse mani di "pastiglia", cioè di gesso con della polvere di marmo per rendere più compatto l'impasto, e colla formare una pasta da lasciare indurire. Di solito i motivi decorativi erano in bassorilievo, realizzati attraverso successive pennellate; alla fine veniva applicata la doratura.
La patina di un mobile è quella colorazione/decolorazione che assume l'oggetto col trascorrere del tempo e con l'usura.
L'aria, la luce sono elementi fondamentali che contribuiscono a dare al legno quell'aspetto "antico" e vellutato che tanto piace.
Il colore cambia a seconda della maggiore o minore esposizione alla luce. Anche lo stesso uso del mobile col passare degli anni produce quell'aspetto tipico e piacevole al tatto.
Le imperfezioni si "ammorbidiscono" e diventano parte integrante del mobile stesso.
La patina allora altro non è che quel "vestito" che indossa il mobile e che è espressione del tempo trascorso e della sua vita.
Va mantenuto il più possibile integro come testimonianza della sua autenticità, ne costituisce una parte integrante.
Non si deve quindi intervenire drasticamente nella pulitura di un mobile, ma come vedremo si dovrà procedere per gradi allo scopo di rimuovere lo sporco senza intaccare però la sua patina.
Serve per prendere la foglia d'oro che è stata tagliata e adagiarla sul pezzo che va dorato. Ha un pelo molto morbido che fa aderire la foglia.
Pendaglio
Viene così definito qualsiasi elemento decorativo pendente, a prescindere dal
materiale con cui è realizzato e dalla specifica conformazione conferitagli ("a
goccia", "a pera", "a ghianda"). In ebanisteria assume talvolta una funzione che
va oltre il mero ornamento: in alcuni mobili barocchi, ad esempio, è stato
inserito in corrispondenza delle maniglie di ante o cassetti.
Penola
Dentello a sezione rettangolare ricavato all'estremità di un'asse, che va a
inserirsi in una cavità di forma corrispondente dando vita a un incastro detto
"a cava e penola". In alcune regioni viene denominato Tenone e l'incavo Mortasia
altrimenti conosciuto come brunitoio. E' uno strumento che serve a comprimere e rendere lucido l'oro una volta asciutto il bolo sottostante.
indica una porzione di legno massello o piallaccio, caratterizzato dall'elegantissimo disegno naturale con chiazze simili a pime; viene ottenuto tagliando in senso longitudinale parte dell'albero nel punto in cui il tronco si biforca a formare due rami. La "piuma" può essere ottenuta da vari alberi come per esempio il Noce o l'Acero, ma la più comune è quella ricavata dal mogano.
Piallaccio
Foglio di legno pregiato che si applica a un mobile in legno comune per
aumentarne il pregio estetico e il valore. Se il suo spessore supera i 5 mm
l'operazione è definita "placcatura", altrimenti "impiallacciatura".
Piede
Base o parte terminale di un mobile, che può innestarsi direttamente a esso
oppure sostenere una gamba variamente sagomata. Le tipologie sono assai varie:
molto comuni sono il piede "a zampa di leone", "a ricciolo", "a mensola", etc.
Pinnacolo
Elemento architettonico, chiamato anche guglia, posto alla sommità di
edifici, polittici e mobili di stile gotico. E' costituito da una piccola torre
cilindrica, piramidale o conica, sormontata da una cuspide.
Pollice, cerniera a
Denominazione di un tipo di cerniera formata da due elementi piatti che si aprono a forbice. Fu utilizzata in ebanisteria a partire dal tardo Settecento, soprattutto nel Veneto. La sua funzione è di cerniera, una volta montata risulta quasi invisibile a meno di una piccola sporgenza sul filo delle parti mobili.
Pozzetto
Tipo di sedile italiano diffusosi nel XV secolo e ripreso nel XVIII secondo
schemi innovativi che mantengono tuttavia, dell'antico modello, la spalliera
avvolgente che continua senza soluzione di continuità lungo i braccioli. Può
essere incannucciato o imbottito e, in quest'ultimo caso, avere un rivestimento
in pelle o in stoffa e un cuscino mobile.
R |
|
è la parte del tronco più pregiata per venatura e gioco di nodi che si ricava dalla zona in cui si diramano le radica; veniva utilizzata in particolar modo per realizzare le parti di lastronatura che decorano i mobili pregiati.
Radica
Termine usato in ebanisteria per indicare la formazione legnosa a struttura
irregolare, con fibre mosse e ondulate, che si trova in prossimità delle radici
dell'albero. I legni ricavati da questa sezione del tronco presentano un aspetto
variegato, con marezzature e chiaroscuri di apprezzato effetto decorativo. E'
utilizzata per lavori d i impiallacciatura, placcatura e intarsio.
Radicatura
Operazione analoga all'impiallacciatura e che consiste nel rivestire una
struttura, generalmente in legno dolce, con fogli di radica tagliati in spessori
che variano dai 3-4 mm del Cinquecento al millimetro circa dell'inizio
dell'Ottocento. Le essenze ligne più utilizzate sono state quelle di noce e di
ulivo ma, a partire dal Settecento, si intensificò l'impiego di legni esotici
che, variamente sagomati e disposti, davano risultati simili all'intarsio.
Rastrematura (Rastremazione)
Progressiva riduzione della sezione trasversale del fusto di una colonna. Si
dice diretta quando procede dal basso verso l'alto, indiretta quando, più
raramente, procede dall'alto verso il basso. E' stato usato, particolarmente,
nei mobili Luigi XVI.
Regency
Stile inglese tra il secondo e il terzo decennio dell'Ottocento, quando era
reggente il futuro Giorgio IV, allora principe di Galles. E' connotato da un
sostanziale eclettismo, risultato di un generico recupero dell'arte classica,
egiziana, etrusca e orientale.
procedimento che mira alla conservazione delle opere d'arte ed al recupero delle condizioni originarie. Le moderne teorie di restauro non si avvalgono di integrazioni invisibili e abbellenti, ma si preoccupano di consolidare, ripulire e proteggere l'oggetto, segnalandone qualunque recente intervento.
Lo stile Restaurazione è detto anche Carlo X comprende il periodo fra il 1815 ed il 1830. Questo stile si affermò nella Francia restaurata dopo la tempesta napoleonica col desiderio di riordinare le cose e con l'assurdo tentativo di riproporle come erano prima della rivoluzione francese. I mobili Restaurazione costituiscono l'ultima produzione artigianale prima della larga diffusione dei mobili in serie, destinati ad una vasta clientela. Il mobile Restaurazione risente del gusto Impero, ma ne attenua la monumentalità e l'eccesso decorativo; si prediligono i legni chiari quali frassino e acero.
altra caratteristica di una buona colla da restauro, ovvero la possibilità di scollare facilmente le parti precedentemente unite al fine di permettere in futuro nuovi interventi di restauro.
Ribalta
In un mobile è l'anta ribaltabile - a esso collegata mediante perni o cerniere -
che è posta a copertura di una serie di scomparti o piccoli cassetti e che,
abbassata, può fungere da scrivania. A volte il termine viene utilizzato in
riferimento all'intero mobile, soprattutto stipi i cassettoni.
Rosetta
Elemento ornamentale di natura floreale, in ebanisteria lo si trova di
frequente intarsiato sugli arredi rinascimentali italiani oppure, nei mobili
francesi in stile Luigi XVI, intagliato sul dado di raccordo tra corpo e
sostegni.
Rosone
Motivo decorativo già impiegato in epoca classica, ripreso nel Rinascimento; è
costituito da un disegno floreale riprodotto in modo stilizzato o naturalistico,
ma sempre con una disposizione simmetrica rispetto a un centro.
S |
|
Sandracca
Resina di provenienza vegetale usata in ebanisteria per ottenere una vernice
trasparente da passare sui mobili a imitazione delle lacche orientali, variando
con suggestivi effetti la decorazione sottostante.
Savonarola
Importante modello di sedia pieghevole a struttura incrociata, che ha il suo
prototipo nella sedia curale romana e che si diffuse nell'arredamento italiano
in epoca rinascimentale. Termina in basso con piedi a pattino e in alto con
braccioli diritti, uniti posteriormente da una traversa che costituisce lo
schienale.
riduzione di un tronco in assi con taglio radiale o tangenziale.
guaina in bronzo lavorato che avvolge la parte terminale dei piedi dei mobili Luigi XV, svolgendo sia una funzione decorativa sia una funzione protettiva della impiallacciatura in una parte facilmente soggetta ad urti; il termine francese corrisponde a sabot.
operazione finalizzata a rendere stabile il legno attraverso un'opportuna essiccazione.
difetto naturale del legno; si tratta di fessure radiali causate dalle diverse tensioni di crescita dell'albero.
E' l'attrezzo che viene utilizzato per applicare la vernice secondo la metodologia che da esso prende il nome(verniciatura a tampone).E' costituito da una pezza di lana che si imbeve nella gommalacca e poi la si avvolge in una pezza di lino o cotone le cui dimensioni dipendono dall'uso specifico.
Scanalatura (Scannellatura)
Voce di origine architettonica, di uso comune anche in ebanisteria, utilizzata
in riferimento a un tipo di modulazione delle superfici adottata in genere in
corrispondenza degli elementi portanti (colonnine e lesene). E' costituita da
una serie di solchi rettilinei a sezione semicircolare disposti in senso
verticale.
Schienale
In un sedile è così chiamata la parte che funge da poggiaschiena e che può
assumere conformazioni assai variabili a seconda degli stili. Il termine designa
anche la parte posteriore di un contenitore o di un cassetto, ma in quest'ultimo
caso è più appropriato il termine "schienalino".
Scrigno
I romani definivano col termine scrinium una piccola cassa ove conservavano
documenti, rotoli e volumi, ma anche unguenti e cosmetici. E' nel Medioevo che
con "scrigno" si incomincia a designare un cofanetto o un piccolo forziere per
preziosi. La sua evoluzione stilistica nelle varie epoche è legata a quella
della cassa e del cassone, ma si differenzia da questi, oltrechè per la mole,
per la preziosità delle decorazioni, spesso madreperlacee, eburnee, o di gemme.
Nel Medioevo e in età moderna la forma dello scrigno venne spesso adattata ai
reliquiari.
Scrittoio
Impiegato spesso come sinonimo di scrivania, il termine designa più propriamente
un piccolo mobile analogo al leggio, sovente portatile, nato più per riporvi gli
strumenti per scrivere vero e proprio. Per soddisfare anche quest'ultima
esigenza è comunque di norma munito di un piano incernierato e ribaltabile, che
può essere anche inserito, con leggera inclinazione, nella sua parte superiore.
Scrivania
Mobile per scrivere, di varie forme e misure, diffuso a partire dal XV secolo,
ma in gran voga a partire dal XVIII. Può essere concepita come mobile da centro
o da parete: nel primo caso ha una struttura "a tavola", con o senza cassetti, e
un piano ricoperto da un pannello di cuoio; nel secondo ha spesso una tipologia
"a cassettone", con o senza vano centrale per le gambe, e piano a ribalta. Di
quest'ultimo tipo interessanti sono le varianti ideate a sostituzione della
ribalta per l'agibilità del piano di scrittura: particolari sono le scrivanie "a
cilindro" o "a tamburo", la cui parte superiore - con cassetti e piano per
scrivere - appare celata da un mezzo cilindro scorrevole. In Italia, soprattutto
nel Veneto, ebbero larga diffusione, in età barocca, le scrivanie a doppio
corpo, inferiore a cassetti e superiore a libreria.
Secrètarie
Mobile per scrivere a ribalta, con serratura. E' costituito da una serie di
cassetti e cassettini, talvolta anche scomparti a colombaia, per la custodia di
documenti riservati. Diffuso dal XVII al XIX secolo, può assumere differenti
conformazioni: oltre al secrètaire en armoire (vedi), vanno segnalati il
secretary book case, caratterizzato da un'alzata adibita a libreria con
sportelli a vetri, e il secretary chest on chest, strutturato come due
cassettoni sovrapposti di tre e quattro cassetti (il terzo cassetto
dell'elemento inferiore è quello ribaltabile).
Secrètaire en armoire
Detto anche à abattant o en tombeau, è un mobile alto e stretto destinato a
essere posto contro la parete. La parte superiore presenta una ribalta che
nasconde piccoli cassetti e scomparti organizzati in un prospetto
architettonico, il corpo inferiore è invece a cassetti o sportelli. Diffuso
dalla metà del Settecento, fu in gran voga nell'Ottocento.
Servant
Espressione francese impiegata in relazione a svariati tipi di tavolini,
diffusi dal XVIII secolo, accomunati dalla loro destinazione. Trovavano posto
nei giardini, nei salotti e nelle sale da pranzo, solitamente agli angoli della
tavola, e permettevano ai convitati di servirsi in modo autonomo senza ricorrere
ai domestici. Varianti particolari del servant vanno considerati il servidor
veneziano e il servomuto.
Servomuto
Tavolinetto a più ripiani in voga nel Settecento. Caratteristico è il
servidor veneziano che ha ripiani circolari infilati su di un'asta variamente
sagomata. Con servomuto si intende anche il portabiti mobile.
Sgorbia
piccolo scalpello con lama sagomata a sezione curva.
Sheraton, stile
Stile che ha caratterizzato la mobilia inglese dal 1790 al 1805 circa; deriva il
suo nome da Thomas Sheraton (1751-1806), abile disegnatore di mobili, più che
creare nuovi modelli, assimilò e ripropose in chiave nuova linee e motivi già
conosciuti, spesso ripresi dal Luigi XVI.
Smusso
Voce usata in ebanisteria per indicare il taglio - realizzato di norma con
un'inclinazione di 45° - di uno spigolo o di un angolo di un mobile.
Stipo
Mobile di piccole dimensioni, con il fronte a configurazione architettonica,
destinato alla custodia di oggetti rari e preziosi. E' costituito da una
struttura a nicchie e cassetti, talvolta celati da un'anta ribaltabile o da
sportelli. Ne esistono esemplari di grande pregio, con inserti in avorio, pietre
dure e madreperla, risalenti in prevalenza all'epoca rinascimentale e barocca.
Compareve in Italia nel XVI secolo e da qui si diffuse nelle altre regioni
europee, soprattutto nelle Fiandre e in Francia, dove Andrè-Charles Boulle
realizzò splendidi cabinets.
Studiolo
Viene designato un mobile fiorentino - diffuso specialmente dalla fine del
Quattrocento al Settecento - strutturato a due corpi sovrapposti: l'inferiore a
sportelli, il superiore a cassetti celati da un'anta che, ribaltata, poteva
essere impiegata come scrittoio.
T |
|
Table console
Tavolo che ebbe la sua comparsa in Francia nel Seicento, destinato ad essere
accostato a una parete, solitamente sotto grandi specchi a muro. Intagliato solo
sui tre lati visibili, era fornito di un piano sagomato sorretto da quattro
gambe. Dalla progressiva semplificazione dei sostegni posteriori nacquero le
vere e proprie consoles, appoggiate direttamente al muro.
Taglio fresco
Termine gergale che in falegnameria designa il taglio operato sul legno
d'epoca per adattarlo a nuove misure in rapporto a diverse esigenze.
Tamburo
Nome che in ebanisteria viene assegnato a quella alta fascia che corre al di
sotto del piano dei tavoli rotondi od ovali.
Tannino
Sostanza complessa molto diffusa nel regno vegetale. Si estrae dalla
corteccia di alcuni alberi, frutti, foglie, mediante infusione in acqua e
successivo trattamento con alcool e etere
Tarlo lungo
Espressione che nel gergo degli artigiani del legno definisce il solco
scavato dal tarlo in un legno d'epoca, messo allo scoperto in seguito a una
nuova lavorazione.
Termine derivato dall'arabo tarsi col quale si indicano delle opere di commesso ottenuto combinando insieme elementi sagomati in legno, pietra, avorio e altri materiali su una superficie piana, in modo da ottenere un'immagine.
Testimoni
In falegnameria, vengono così designate quelle giunte sottili che segnano il
punto in cui il legno è stato fatto "lievitare" per ottenere uno spessore
necessario a creare una mossa molto accentuata. La lievitazione si ottiene
aumentando lo spessore del legno incollando opportuni tasselli.
Timpano
In ebanisteria designa la parte di un mobile che nella forma imita il
frontone degli edifici classici o rinascimentali.
cassetto di tavolini, scrittoi, armadi; indica anche i sostegni a scomparsa per il piano calatoio di ribalte e trumò.
Tornitura
In ebanisteria è la lavorazione e modellazione di diversi elementi di mobili
(gambe, colonnine, traverse, etc.) eseguita col tornio. Diversi sono i tipi di
tornitura, che vengono designati in base al nome dell'oggetto che imitano: a
vaso, a fuso, ad anfora, a spirale semplice o doppia. La tornitura, in uso già
tra i Greci e i Romani, venne ripresa durante il Rinascimento soprattutto in
Italia e in Inghilterra. Il periodo d'oro di questa tecnica si è avuto però in
Francia nel secolo XVII con lo stile Luigi XIII, quando si sperimentarono le più
complesse e virtuosistiche combinazioni dei motivi a tromba, a vaso, a
balaustra, etc. Nel XVIII secolo il ricorso alla tornitura divenne più rado,
mentre ritornò in auge sia con lo stile Impero sia con il Biedermeier.
asse orizzontale, liscia, sagomata o scolpita, che congiunge le gambe delle sedie, di poltrone, divani, sgabelli, panche, tavoli o altri mobili
tavolo dal piano di solito ribaltabile (sovente anche girevole) sostenuto da un fusto centrale che si dirama in tre piedi. Viene quindi a indicare un genere di tavolini, generalmente da centro, utilizzati per il gioco degli scacchi e del tric-trac, molto di moda nella Francia del settecento.
Trumeau
Termine francese che in origine designava la porzione di parete compresa tra due
vani o due finestre. Dal secolo XVIII indica una specchiera collocata nel
medesimo spazio e frequentemente posta sopra una console. Il termine composto
bureau-trumeau indica invece, insieme all'italiano trumò, un mobile assai
diffuso nei secoli XVII e XVIII. Esso era composto da un cassone e da un'alzata
chiusa con due ante, riuniti da un piano ribaltabile. Di particolare eleganza
erano i trumò veneziani laccati a cineserie e impiallacciati in noce
V |
|
Vermeil
Termine francese designante l'argento dorato con un'amalgama d'oro e di colore
vermiglio. Al secolo XIV risalgono i primi manufatti dorati con questo metodo.
L'oggetto ricoperto con l'amalgama d'oro e mercurio era introdotto in un forno
'a muffola' dove, a causa delle alte temperature, il mercurio volatilizzava
lasciando aderire solamente l'oro alla superficie.
Voluta
In architettura e in ebanisteria indica una modanatura curvilinea, spiraliforme o a foggia di foglio di carta parzialmente arrotolato. Caratteristiche sono ad esempio le volute del capitello ionico, dei braccioli dei sedili in stile Luigi XIV, o dei sostegni a capriolo dei sedili Luigi XV. Volute a C e a S sono dette quelle a spirale aperta, frequenti nella mobilia barocca. Nell'ebanisteria barocca fiamminga era impiegata la cosiddetta voluta doppia, formata da due volute a C contrapposte e unite.